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“Pagine illustri della storia della Città” Venticinquesimo della Fondazione Cassa di Risparmio Foligno

Sabato 27 maggio a Palazzo Trinci si è tenuta la conferenza per il 25° della costituzione della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno. Cerimonia sobria, ma piena di contenuti riassunti in modo eccellente sia dalle autorità che hanno portato i saluti iniziali, sia da quelle alle quali erano state affidate le relazioni in programma. È difficile per uno come me, coinvolto emotivamente nell’evento per esserne stato uno dei protagonisti in questo quarto di secolo, riportarne l’essenza. Mi è stato d’ausilio in questo compito che mi sono dato, e che grazie alla Gazzetta verrà proposto a tutti i suoi lettori, lo schema adottato dal Vescovo di Foligno Gualtiero Sigismondi e che citerò per primo, senza badare alla cronologia degli interventi.

Il Vescovo, parlando della Fondazione nel suo saluto, ha tra l’altro centrato la sua attenzione sul concetto di “reciprocità”. Non c’è donazione senza che questa ammetta la reciprocità. Io ti do affinché tu faccia quello per cui mi chiedi e ne renda successivamente conto, prima che a me, a te stesso. Dare senza questa impostazione mentale, pregiudiziale per ambo le parti, significa entrare in un altro versante: quello del solo chiedere e del dare con il retro-pensiero del “leviamocelo di torno”. La Fondazione dà su progetti dei quali rende conto alla collettività e per i quali chiede un rendiconto di risultato. Addirittura stimola la collettività a costruire progetti dei quali entrambi i soggetti, richiedente e ottenente, dovranno rendere conto a tutti.

Il Sindaco di Foligno, Nando Mismetti, ha sottolineato il ruolo importante della Fondazione nella ricostruzione della Città dopo il terremoto del 1997. “Non è più la stessa Città”, ha detto, anche grazie alla collaborazione silenziosa ma fattiva della Fondazione. Ha citato tanti fatti concreti che sarebbe lungo e forse inutile riportare perché sono a conoscenza di tutti. Ha sottolineato che il mutamento quasi genetico della struttura cittadina si è avverato intorno alla “cultura”, divenuta simbolo della Città. Ha ribadito che nel terzo millennio è la cultura, il sapere che farà la differenza.

Il Vice Presidente dell’ACRI, Dott. Marini Marini, Presidente della Fondazione di Ascoli Piceno, nel suo articolato intervento ha, tra l’altro, detto che le Fondazioni sono parte determinante del cosiddetto Terzo Settore, quello di mezzo tra pubblico e privato. Settore non profit che si pone a tutela del bene comune ed esso stesso è bene comune. Senza le Fondazioni non ci sarebbe in Italia alcun dibattito e interesse a parlare e agire “gratuitamente” per il bene comune: i nuovi poveri, i minori senza istruzione, il nuovo welfare di comunità, l’housing sociale, i problemi del sud che tutti agitano e per i quali pochi fanno realmente, l’inclusione sociale, la cultura diffusa delle miriadi di associazioni…

Il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno Gaudenzio Bartolini (nella foto) non poteva che riassumere tutti questi concetti espressi dai relatori che l’hanno preceduto ma ha fortemente enfatizzato un aspetto: la Fondazione ha messo a disposizione delle associazioni culturali cittadine i famosi “casalini medioevali” che un’intuizione del compianto Presidente della Cassa di Risparmio A. Ottaviani, su sollecitazione dell’Architetto Antonelli, acquisì in parte all’inizio degli anni ’80 del secolo scorso. La casa delle Associazioni è un presidio per la conservazione della nostra matrice culturale passata e per la sua proposizione nel futuro.

Il Past-President Cianetti, nel suo intervento, ha ripercorso le vicende della Fondazione in questi ultimi venticinque anni che l’hanno visto come protagonista insieme al suo consiglio di amministrazione. Rose e fiori e qualche spina. L’applauso che l’ha accolto prima e salutato alla fine del suo intervento, e che riferisco da testimone, ha suggellato più di ogni altra parola la stima e l’affetto della Città nei suoi confronti. Una cosa debbo sottolineare come suo compagno di viaggio in tutti questi anni, nei quali (come ha voluto ricordare nel suo saluto) in ruoli diversi ma complementari abbiamo affrontato un lungo viaggio di trasformazione, tra problemi e scelte coraggiose delle quali, ovviamente, non c’era alcuna certezza preventiva. Molte delle cose che abbiamo pensato e offerto alla Città le abbiamo sempre condivise anche quando, ora almeno io lo posso dire, non sempre abbiamo avuto un consenso unanime della Città. Ma alla fine avevamo ragione e su questo, oggi che il “testimone”, sia mio sia suo, è passato ad altri, siamo, anche senza esserci sentiti, come molte altre volte è accaduto in passato, tacitamente d’accordo.

Questa è la Fondazione che annovera una “classe dirigente” non di “eletti” ma di volontari di eccellenza. Tra i quali vige dialettica (ci mancherebbe altro!) anche accesa ma tesa sempre al BENE COMUNE. La gloriosa Cassa di Risparmio di Foligno, come l’ha definita il Presidente Cianetti, della quale in ricorrenza del 150° anniversario della fondazione fu pubblicata una sua monumentale Storia (che invito tutti i cittadini a rileggere) scrive ancora, attraverso la Fondazione, pagine illustri della Storia della Città.

DENIO D’INGECCO

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