
Papa Francesco è tornato alla Casa del Padre. Il ricordo dei vescovi dell’Umbria
È morto papa Francesco. Il Santo Padre è venuto a mancare nella mattinata di lunedì 21 aprile. Secondo quanto riportato da Agensir, il decesso è avvenuto alle 7.35. L’annuncio della morte del Pontefice è stato affidato al cardinale Kevin Joseph Farrell. “Una vita interamente dedicata al Vangelo e alla Chiesa, vissuta con amore e coraggio, specialmente verso i poveri” ha detto il prelato, che ha poi sottolineato l’“immensa gratitudine per il suo esempio”. L’ultima apparizione del papa nella mattinata di Pasqua, quando papa Bergoglio si era affacciato dalla loggia di San Pietro per la benedizione Urbi et orbi, prima di raggiungere la piazza per passare in mezzo ai fedeli.
IL CARDINALE ZUPPI: “MOMENTO DI GRANDE SOFFERENZA”
“È un momento doloroso e di grande sofferenza per tutta la Chiesa. Affidiamo all’abbraccio del Signore il nostro amato Papa Francesco, nella certezza, come lui stesso ci ha insegnato, che ‘tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell’amore misericordioso del Padre’. Chiedo a tutte le Chiese in Italia che siano suonate le campane delle chiese in segno di lutto e che siano favoriti momenti di preghiera personale e comunitaria, in comunione tra di noi e con la Chiesa universale”. Sono le parole del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana.
VESCOVI UMBRI: “IMMENSA GRATITUDINE”
“I vescovi umbri hanno appreso con tristezza la morte del Sommo Pontefice Francesco. Ricordano con immensa gratitudine gli anni di ministero petrino (2013-2025) nei quali ha servito il Vangelo e la Chiesa senza risparmiarsi, con dedizione e semplicità, con saggezza e prossimità, con misericordia e speranza. In modo particolare i vescovi fanno grata memoria dell’ultima Visita ad limina Apostolorum con Papa Francesco nel marzo 2024: un incontro familiare, non formale, di condivisione su vari temi ecclesiali. E poi, le varie visite del Papa in Umbria: da quelle ufficiali ad Assisi e Santa Maria degli Angeli a quelle informali al monastero di Vallegloria a Spello e al Protomonastero di Assisi, senza dimenticare la vicinanza ai terremotati con la visita a S. Pellegrino di Norcia il 4 ottobre 2016. I vescovi, infine, elevano preghiere al Signore misericordioso affinché, per l’intercessione dei Santi Benedetto da Norcia, Francesco e Chiara d’Assisi, Angela da Foligno e Rita da Cascia, e dei beati Carlo Acutis e madre Speranza, lo accolga nella Gerusalemme celeste”. È questo il ricordo di Papa Francesco da parte dei vescovi umbri.
IL VESCOVO SORRENTINO: “AVEVA IL VOLTO E IL CUORE DI UN PAPÀ”
“La notizia della morte di papa Francesco ha scioccato anche noi, come tutto il popolo di Dio. Avendolo visto in queste ultime settimane addirittura farsi fisicamente presente, nonostante la convalescenza, eravamo fiduciosi che lo avremmo visto domenica prossima in piazza San Pietro per la canonizzazione del beato Carlo – è il commento di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno -. Oggi, pur nella certezza della vita eterna e nella gioia della Pasqua, uniamo le nostre lacrime a quelle di tutta la Chiesa. Papa Francesco aveva davvero il volto e il cuore di un papà. Così lo sentivano soprattutto i più semplici, i poveri, ai quali egli dedicava tante premure. Anche guardando ad essi aveva preso il nome del nostro Francesco d’Assisi, il ‘Poverello’, ed è rimasto coerente con questa scelta programmatica. Ce l’ha illustrata in tutti i modi. Non possiamo dimenticare quanto ci consegnò nella sua prima visita a questa città nel 2013. Gesti indimenticabili e profetici: volle iniziare con i disabili dell’Istituto Serafico, volle mangiare con i poveri, venne alla Sala della Spogliazione per spiegare – mi disse – come la ‘Chiesa si deve spogliare’. Di lì in poi – prosegue il vescovo Sorrentino – una serie di altre visite di non minore impatto: il 4 agosto 2016 a Santa Maria degli Angeli per l’VIII centenario del Perdono di Assisi, il 20 settembre dello stesso anno alla Basilica di San Francesco per la commemorazione dello ‘spirito di Assisi’ inaugurato nel 1986 ad Assisi da Giovanni Paolo II con la convocazione dei leaders cristiani e di tutte le religioni in preghiera per la pace. Il 3 ottobre 2020 venne a firmare sulla tomba di san Francesco l’enciclica ‘Fratelli tutti’. Nel novembre 2021 torna per la giornata mondiale dei poveri. E come dimenticare il filo d’oro tutto francescano, intonato al Cantico di frate Sole, dell’enciclica Laudato si’? È poi tornato nel settembre 2024 per firmare il patto con i giovani di Economy of Francesco, il movimento da lui suscitato per il rinnovamento dell’economia a vantaggio dei più poveri. Assisi non poteva non sentire un particolare affetto per lui, e lo ha sentito. Per questo anche la sua dipartita ci vede profondamente addolorati. La città – dice ancora il presule di Assisi e Foligno – in questi giorni è gremita di pellegrini. Sono venuti per l’alleluia pasquale, ora si sono velati di mestizia. Con tutti i cristiani, residenti e pellegrini, facciamo coro di preghiera e di sentimenti, esprimendo il nostro cordoglio, ma soprattutto rinnovando la nostra speranza ‘Cristo è risorto!’. Ad Assisi, non possiamo dimenticare che Francesco nel Cantico parla di ‘sorella morte’. Sentimenti che salgono da entrambe le Chiese particolari affidate alle mie cure, quella di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e quella di Foligno. Tanti devoti sono giunti ad Assisi in vista della canonizzazione di Carlo Acutis. Il Signore ci ha costretti a un aggiustamento di rotta, nella sicurezza tuttavia che il traguardo rimane vicino. Riecheggia nel cuore specialmente l’ultimo messaggio papale Urbi et Orbi. Francesco si è speso fino all’ultimo respiro per invocare pace sul nostro mondo ferito. Avevo chiesto la sua benedizione, che non ha fatto in tempo ad arrivare, sulla nostra lettera mensile di invito ai cristiani e anche ai credenti di altre religioni, per invitarli a pregare, proprio il giorno 27 aprile, per tutti i popoli in guerra, con un focus sul Myanmar. Confidavo al papa nel mio scritto l’impressione che anche tramite il prossimo santo, Carlo Acutis, ci arrivasse un segno dal cielo, dato che il miracolo di guarigione esaminato ed accolto per la canonizzazione è avvenuto per una ragazza della Costa Rica, l’unico paese – o uno dei pochissimi paesi al mondo – che ha rinunciato ad avere un esercito. Dal cielo papa Francesco ci aiuterà a perseguire ancora questo grande obiettivo di un mondo, nel quale si realizzi la profezia di Isaia: ‘Un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra’ (Is. 2,4). Un grande sogno di pace”.
Questa sera, lunedì 21 aprile, alle ore 21 nella cattedrale di San Rufino ci sarà la recita del Santo Rosario in suffragio di Papa Francesco. Alla stessa ora anche nella cattedrale di San Feliciano di Foligno è prevista la recita del Santo Rosario per il Papa.
Il videomessaggio del vescovo Domenico Sorrentino: