Lo spettacolo romano sotto di noi
A Santa Maria in Campis è partito il cantiere per trovare i resti dello storico anfiteatro cittadino. Le indagini sono propedeutiche alla futura campagna di scavo e già hanno dato risultati piacevolmente inaspettati
Dove era situato il centro della Foligno romana? Una domanda alla quale potrebbe ben presto seguire una risposta, grazie alle indagini promosse in questi giorni dall’associazione “Amici dell’Abbazia di Sassovivo”, concessionaria del Progetto di Ricerca multidisciplinare “FIAE-Fulginia International Amphitheatre Excavation”. Il cantiere di indagine è stato aperto la scorsa settimana nell’area di Santa Maria in Campis, al fine di riportare alla luce una porzione importante della Foligno romana. Un progetto ambizioso già raccontato dalla Gazzetta di Foligno nel dicembre dello scorso anno e che ora sta divenendo sempre più realtà. Già, perché l’équipe di studio ha avviato la prima campagna di scavi nel terreno dove si trovano i resti dell’anfiteatro romano, di cui è proprietaria la famiglia Recchi, che ha dato il benestare per l’esecuzione dei lavori. L’iniziativa è frutto di approfondimenti che portano ad ipotizzare proprio in quell’area la presenza di un edificio da spettacolo ampio presumibilmente 90-100 metri, lungo l’asse maggiore, e 58-65, lungo quello minore, e capace di contenere più di 10mila spettatori. Le ricerche sono successive al via libera del Ministero della Cultura e si svolgono sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, di cui è referente la dottoressa Gabriella Sabatini. In questa prima fase – poco più di dieci giorni di ricerche – verranno effettuate prospezioni geofisiche e un saggio che include le strutture murarie, ancora oggi affioranti dal terreno dopo gli scavi clandestini del 1974, al fine di determinare quanto ancora si conservi dell’alzato del monumento. Un aspetto, questo, per niente seconda- rio. In soldoni, attraverso le avanzate tecnologie a disposizione, si riuscirà a capire “cosa c’è sottoterra”, prima di pianificare gli interventi successivi. Referenti del progetto sono due esperti mondiali sul fronte dell’archeologia: Filippo Coarelli e Vincent Jolivet, ai quali è stata affidata la direzione del Progetto di Ricerca FIAE, mentre lo staff di scavo è composto da figure qualificate come Maria Romana Picuti, archeologa di Sapienza Università di Roma, responsabile degli scavi, l’archeologa Matelda Albanesi, referente dei materiali, la geologa Angela Baldanza dell’Università di Perugia, il geofisico Stefano Urbini dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia-Ingv e l’architetto Michele Asciutti, professore di Restauro architettonico presso Sapienza Università di Roma. Alle preziose professionalità messe in campo si affiancherà la tecnologia dei macchinari… (Continua…)
Di FABIO LUCCIOLI
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