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La politica del prendersi cura

L’anno pastorale si è aperto con l’Assemblea diocesana guidata dalla dottoressa Francesca Di Maolo: giustizia e riconoscimento dell’altro alla base dell’impegno cristiano nella società. Il vescovo Sorrentino: “testimoniamo Gesù nella vita sociale”

Formazione, discernimento, soluzioni concrete. Sono le tre strade da seguire per non farsi vincere dalla rassegnazione e perriconoscere il prossimo. È la ricetta offerta dalla dottoressa Francesca Di Maolo, direttrice della scuola socio-politica “Giuseppe Toniolo” di Assisi e presidente dell’Istituto Serafico. A lei è stato affidato il compito di guidare la riflessione dell’Assemblea diocesana, nel giorno della dedicazione della Cattedrale e durante la quale il vescovo Domenico Sorrentino ha consegnato le Linee per il prossimo anno pastorale. Dopo la Diocesi sorella di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, anche Foligno ha riflettuto sulla “Carità politica”. Tema cogente per i cristiani di oggi, chiamati a far sentire la propria voce e la propria presenza nei diversi ambiti della vita quotidiana, per non rischiare di perdere la forza evangelizzatrice della Chiesa. È per questo che la concreta testimonianza dei cristiani diventa improrogabile nella dimensione sociale. Guai però a pensare che la Chiesa voglia “intromettersi” negli affari dei partiti o parteggiare per l’uno o l’altro schieramento. La “carità politica” deve essere vista come il non essere distanti da ciò che accade intorno a noi, ma prendere coscienza dei valori del Vangelo, testimoniandoli senza vergogna né paura. “A volte il termine ‘politico’ ci crea imbarazzo – ha sottolineato la dottoressa Di Maolo -, ma la politica è l’espressione dell’essere umano, in quanto destinato a vivere con gli altri. L’amore politico è dunque prendersi a cuore la vita di molti. La sapienza necessaria per vivere insieme non è però scontata, ma va acquisita – ha rimarcato – e la politica è questa sapienza: l’arte di avere cura della comunità. L’agire politico ha bisogno di passione”. Non basta dunque essere cristiani solamente per “se stessi”. A testimoniarlo a chiare lettere è lo stesso Vangelo, che racchiude l’impegno per la giustizia e per gli altri. “Siamo chiamati innanzitutto a dare una risposta di giustizia riconoscendo l’altro – ha sottolineato Francesca Di Maolo portando ad esempio ciò che viene fatto al Serafico -. È dal riconoscimento che scatta l’azione. Se nell’altro vedo Gesù, non posso che lavorare per dargli voce, per un suo riconoscimento. Gesù non è rimasto fuori dalla storia e dall’esistenza delle persone, ma si è incarnato calandosi dentro l’umanità”. Insomma, i cristiani sono chiamati a partecipare senza esitazioni e senza subire gli accadimenti e le difficoltà della vita in maniera passiva. Tanti, troppi gli esempi di criticità al giorno d’oggi: lavoro, salute, economia, disuguaglianze sociali. “Se guardiamo i problemi di oggi, ci viene in mente l’inverno della solitudine – ha affermato Di Maolo – e nella stagione fredda a volte anche il calore della fede sembra essere più timido, una fede che guarda al Cielo ma che non solca la terra”. La vocazione del cristiano è invece quella di “scavare la terra”, con la speranza che, dopo l’inverno, c’è sempre la primavera. “Non bisogna avere fretta – ha detto di fronte alla numerosa platea di fedeli accorsi alla Madonna del Pianto -. La sapienza contadina ci dice che bisogna prendersi cura del campo e poi aspettare con pazienza: questo vale anche per l’impegno politico dei cattolici”. Politica vista come cura dell’altro, attraverso un’azione comune che possa partire da piccoli gesti quotidiani. Spesso però tutto ciò non potrebbe bastare. È solamente rendendo “sistematici” i piccoli segni d’amore che si può davvero compiere la “carità politica”. Ma come fare? Sicuramente partendo dalla formazione. “Tutti noi siamo in grado di fare azioni giuste verso l’altro, ma ciò non basta, perché l’amore per una comunità ha bisogno di una visione e la visione si matura coltivando il pensiero e le domande che elevano il pensiero – ha rimarcato Francesca Di Maolo -. La formazione sulla dottrina sociale della Chiesa sta diventando fondamentale, papa Francesco ci dice che deve essere la nostra bussola”… (Continua…)
Di FABIO LUCCIOLI

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