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Più “cultura digitale” per difendersi dai rischi

Gli ultimi episodi di cronaca che hanno coinvolto cittadini ed enti pubblici testimoniano l’importanza di conoscere e riconoscere i pericoli derivanti dal mondo informatico. Le opportunità offerte dalle nuove tecnologie possono infatti nascondere delle insidie dai risvolti negativi

Un impatto sempre maggiore. È quello che la tecnologia e il web hanno sulle nostre vite. Un impatto così forte che ha portato gli esperti del settore a coniare il neologismo “onlife”, termine che unisce le parole “online” e “life”, ovvero l’impossibilità oramai di distinguere la vita reale da quella virtuale, visto che le barriere tra questi due mondi sembrano definitivamente abbattute. Ciò che accade nel digitale ha continue ripercussioni nella vita “vera” e viceversa. Se da una parte le nuove tecnologie – si pensi all’Intelligenza artificiale – potrebbero portare enormi benefici, il rovescio della medaglia è rappresentato dai potenziali rischi che quotidianamente possono incontrarsi in rete. Medicina, economia, finanza, ma anche tutela dell’immagine, privacy e tanti altri aspetti legali: nulla è più immune a ciò che accade nel web. Un aspetto, che quotidianamente interessa tutti noi, è sicuramente quello dei social network. Un caso eclatante di questi giorni arriva proprio dalla nostra città. Un giovane e noto imprenditore del territorio si è visto pubblicare una sua foto su Facebook legata a una notizia di droga avvenuta a Monza. Ma lui, così come gli amici ritratti, con quella notizia e con gli stupefacenti non c’entrava nulla. Sorprende ancor di più che a pubblicare il post sia stata una famosissima emittente radiofonica nazionale. Per tutelare la sua immagine e la privacy, il giovane imprenditore si è rivolto allo Studio legale Spacchetti che è riuscito a far rimuovere il post, con gli avvocati che hanno inoltre avviato le iniziative di legge per la richiesta di risarcimento danni. Sempre di questi giorni l’attacco hacker ai sistemi informatici della Sanità umbra (di cui la Gazzetta si è interessata nel numero 28 del 30 luglio scorso), con il conseguente blocco totale delle prestazioni mediche: dalle prenotazioni ai Cup all’accesso ai referti. Per non parlare dei sistematici casi di phishing, ovvero quando i malintenzionati riescono a rubare dati personali, credenziali bancarie e password di vario tipo. Se da una parte le modalità d’azione dei pirati informatici riescono a superare anche le migliori protezioni, dall’altra risulta imprescindibile per ognuno di noi conoscere alcune nozioni fondamentali su come comportarsi in determinati casi, tenendo sempre alta l’asticella dell’attenzione. Ma troppo spesso il settore pubblico, quello delle imprese nonché i singoli cittadini, faticano a comprendere aspetti positivi e negativi della digitalizzazione. Ne abbiamo parlato con gli avvocati Paolo Spacchetti e Alessandra Lombardi, esperti in materia nonché referenti per l’Umbria di Legal Hackers, movimento mondiale di avvocati, sviluppatori, comunicatori e professionisti del settore che studiano e intervengono rispetto all’impatto che le nuove tecnologie hanno sui diritti umani di persone e imprese.

Iniziamo parlando di Legal Hackers. Di cosa vi occupate?
Lombardi: “L’obiettivo è divulgare la conoscenza di tutto ciò che riguarda il mondo del web, delle tecnologie e dell’informatica creando consessi tra professionisti e, al contempo, rendere eruditi i cittadini. Promuoviamo inoltre la possibilità di adottare nuovi interventi normativi, soluzioni e analizzare le problemati-che che possono porsi nell’utilizzo delle nuove tecnologie. Abbiamo organizzato anche diversi convegni, così come partecipiamo anche a incontri a livello internazionale per confrontarci con gli esperti del resto del mondo. L’essere specializzati in questioni informatiche non può prescindere dall’avere competenze giuridiche: è un’esigenza sempre più forte… (continua…)

Di FABIO LUCCIOLI

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