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“Sguardo aperto alla società”

La Chiesa di Foligno chiama a raccolta i fedeli in vista dell’Assemblea diocesana. L’obiettivo è dialogare sempre più con il territorio, con un’attenzione particolare verso famiglie e giovani: intervista al vescovo Domenico Sorrentino

“Siamo impegnati a rimboccarci le maniche, a non essere indifferenti. Insomma, per dirla con le parole di papa Francesco, ‘a non stare alla finestra’”. Sono le parole del vescovo di Foligno e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. In occasione dell’Assemblea diocesana la Gazzetta di Foligno ha incontrato il presule per approfondire le tematiche sulle quali si sta riflettendo. “Dal Vangelo della casa al Vangelo del lavoro”, questo il titolo scelto per l’incontro organizzato dalla Diocesi di Foligno. Si rifletterà sulla sciadelle parole del profeta Isaia: “Allargare lo spazio della tua tenda”.

Monsignor Sorrentino, può illustrare la tematica dell’Assemblea ai lettori della Gazzetta?
“Il tema sta dentro il Piano pastorale che ho dato fin dalle prime battute del mio ministero a Foligno, e cioè Vangelo, famiglia, giovanila nuova frontiera della missione. Lo scorso anno abbiamo cercato di accentuare qualche aspetto di questi tre temi, soprattutto dalla prospettiva della dimensione ecclesiale. Ma la Chiesa non si confina dentro di sé, è aperta, vive nella storia. E dunque lo sguardo cristiano si pone a 360° dentro le dinamiche della vita, del territorio, dell’economia, della politica. Lo fa con il suo profilo specifico che è quello del Vangelo, ma con tanta attenzione per tutto ciò che sta intorno. Che peraltro non sta soltanto intorno, dato che quello che noi viviamo ci attraversa, ci permea, e le dinamiche della società hanno il loro risvolto sulla Chiesa. Prendiamo il caso dei giovani: essi vivono in una società dispersiva sul piano culturale e con un futuro lavorativo problematico. Una Chiesa che non è capace di seguirli su questo terreno accidentato che è la vita con i suoi problemi, come può sperare che essi non si distacchino anche dalla pratica della fede? Non possiamo restare alla finestra. Noi crediamo in un Dio che, nel figlio Gesù, si è incarnato. Anche la nostra fede deve incarnarsi. Non possiamo essere credenti in Chiesa e dimenticarci di esserlo in fabbrica, a scuola, in famiglia, in politica, nell’arte, nella cultura…”

In questi mesi ha girato molto lungo il territorio e ha incontrato diverse realtà e comunità di persone. Le sue parole, in certi momenti, sono state ferme e decise, come quando ha toccato il tema delle famiglie sempre più fragili. Che risposta ha avuto?

“Il ritorno vero me lo aspetto tra un po’ di tempo. È ancora presto per fare bilanci. Tante volte, tuttavia, parlando in diverse occasioni, ho avuto l’impressione che gli ascoltatori si sentissero toccati. Penso ad esempio a quando, incontrando ragazzi e genitori, ho rilanciato l’ideale di una famiglia unita, contro la tendenza diffusa alla separazione e al divorzio. Ho notato che le mie parole in qualche modo arrivavano. Ho parlato sempre con grande rispetto, sapendo che dietro le crisi delle famiglie e dietro le loro fragilità, c’è tanto dolore. Maè altrettanto vero che ce la dobbiamo mettere tutta, perché la famiglia torni ad essere come il Vangelo ce la presenta. Lo sguardo deve poi aprirsi a tutti gli ambiti della società, dell’economia, del lavoro. Allarghiamo la ‘tenda’. Dobbiamo rimboccarci le maniche perché il nostro territorio diventi sempre di più quello che tutti sogniamo”… (Continua…)
Di FABIO LUCCIOLI

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