Turismo sostenibile, la scommessa è sugli sport outdoor
Viaggi in bici e all’insegna di trekking e trail running sono in crescita nella nostra regione. Un fenomeno importante anche in termini economici, che ha bisogno di servizi e sempre maggiore qualità per generare nuove opportunità.
Sostenibilità: è questo l’imperativo per il nuovo turismo post Covid, che all’Italia chiede standard adeguati e una nuova sensibilità. Il “Travel and Tourism Development Index” (TTDI) del World Economic Forum certifica per il Belpaese ampi margini di crescita circa strutture ricettive, mobilità sostenibile e tutela naturale. Intanto il Global Sustainable Tourism Council ha recentemente incoronato Siena come prima città d’arte sostenibile nel nostro Paese basandosi sui 17 Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. Ancora tanta la strada da fare per l’Umbria, che in termini di sostenibilità ha tutte le carte in regola per qualificarsi.
Turismo sostenibile o “green” che da queste parti può e deve tener conto della tendenza crescente nella ricerca di esperienze outdoor. Sport nella natura ma anche arte, storia ed enogastronomia di qualità. In Valle umbra non mancano esperienze pionieristiche dedicate agli amanti del cicloturismo, dello speed hiking o cross training e delle ciclostoriche.
Abbiamo raccolto alcune tra le testimonianze più significative: quelle di Michele Bartoli fondatore di Ciclovery, di Luca Brustenghi patron di Umbriacrossing e di Giada Bollati e Luca Radi della ciclostorica La Francescana
CON CICLOVERY 1.200 TURISTI IN SELLA NEL 2022
A partire dall’esperienza di Michele Bartoli, fondatore di Ciclovery. La sua azienda è l’unica che in Valle umbra sud guida turisti di tutto il mondo in sella alle due ruote alla scoperta di arte, storia, natura e buon vivere.
“Da gruppi di 2 fino a 20 e anche 40 persone abbiamo scelto di calibrare la no- stra offerta su misura, per dare la maggior qualità possibile alle nostre esperienze”, così Bartoli, che nel ripercorrere le scelte, anche ardite, fatte per inseguire questa grande passione, ricorda: “Abbiamo aperto a gennaio 2021 con un progetto risalente a cinque anni fa. A distanza di due anni il bilancio è eccellente: da fine maggio 2021, quando abbiamo accolto i primi clienti, è stato sempre un susseguirsi di opportunità e abbiamo portato l’offerta di cicloturismo a Capodanno a Foligno per 5 giorni tra 2021 e 2022. Lo scorso anno è stato il primo completo di lavoro: a parte gennaio e febbraio, mesi abbastanza fermi per il meteo e lo stop dei flussi turistici, abbiamo accolto e guidato più di 1.200 persone creando per loro vacanze su misura di più giorni, oppure guidandole per un giorno soltanto o noleggiando loro biciclette. L’economia generata non riguarda solo noi: all’interno di questo mondo c’è un indotto importante fatto di acquisti per una fascia di turismo medio-alta che cerca qualità e spende molto; è capitato non di rado di vederli acquistare vino per centinaia e centinaia di euro”. In un anno diversi gli arrivi di turisti dall’estero: “Abbiamo avuto una coppia dalla Patagonia, due hawaiani americani e ancora cicloturismo da Usa, Canada, Sudamerica, Brasile, Argentina, Cile e da varie località europee”.
DOMANDA IN CRESCITA (+44%)
Ottimi risultati nel 2022 e il 2023 per Ciclovery si preannuncia persino migliore: “La settimana scorsa abbiamo avuto tantissime persone e abbiamo registrato un +44% rispetto ad aprile 2022. Purtroppo ci vincola il numero di biciclette disponibili: finite quelle accogliamo solo turisti muniti di bici e sono molti quelli che ci raggiungono da Roma”. Riscontri ma anche risultati straordinari che hanno indotto Federica, moglie di Michele, a lavorare con lui cambiando mestiere dopo 17 anni: dal mondo della moda ad amministratrice e travel manager. Un business che funziona e così, oltre alla sede di Foligno, Ciclovery ha raddoppiato in Valnerina. Un’idea che genera economia e posti di lavoro; ed è tempo di pensare alla formazione. “Magari a trovarne di guide adatte: non esistono brevetti a livello nazionale, tante associazioni (Asd) fanno corsi da guida cicloturistica ma non sono riconosciuti a livello italiano. Questo mestiere – spiega Bartoli – si può esercitare solo se si lavora per tour operator o con persone associate alle associazioni sportive dilettantistiche. Altrimenti si scende nel mondo dell’abusivismo e c’è un sommerso importante perché esistono grandiose possibilità nella nostra regione”. Cosa fare per incentivare questa economia virtuosa? “Le strutture ricettive devono iniziare a capire che portare gente in bici è un valore aggiunto: il sorriso dei clienti che rientrano in struttura la dice tutta. Altra via su cui lavorare è quella dell’educazione stradale, fondamentale. E poi creare qualcosa per il cicloturismo che fa girare miliardi in Italia, ma solo su tre regioni”. Cosa migliorare per il settore? “Nelle istituzioni (Comuni, Province e Regioni) spesso manca qualcuno che possa attuare politiche concrete, che conosca le necessità pratiche di questo tipo di incoming. Se le ciclovie le fa chi non va in bici troviamo scalini e paletti; occorre sensibilizzare e promuovere la cultura del reciproco rispetto bici-auto con politiche giuste, mirate”.
“LA QUALITÀ DELL’ESPERIENZA È PIÙ IMPORTANTE DEL PREZZO”
“L’Umbria è una naturale palestra a cielo aperto, offre borghi bellissimi e la gente è sempre di più attratta da questo stile sostenibile per le proprie vacanze, con musei, natura e borghi da abbinare alla pratica sportiva: potenziare quest’ultimo aspetto raddoppia le possibilità che la gente scelga la nostra regione”. Parole di Luca Brustenghi, già organizzatore del festival del fitness di Rimini e fondatore di Umbria Crossing, organizzazione di riferimento per il trail running in Umbria con due appuntamenti, Bettona Crossing e Subasio Crossing, ai quali sta per aggiungersi il prossimo anno anche Todi Crossing. “Chi cerca questa offerta – spiega Brustenghi – sceglie la qualità, è più attento al servizio che al prezzo… (Continua…)
Di FEDERICA MENGHINELLA
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