Schermata 2023-03-31 alle 09.00.21

Il coraggio di Luisa

In venti anni di vita la giovane spellana ha già dovuto affrontare diciannove interventi, imparando a convivere con la sua patologia e combattendo un odioso fenomeno di bullismo. Dalla sua esperienza è nata anche un’associazione

Luisa è appena nata quando le viene riscontrato un volvolo intestinale e le viene diagnosticata un’insufficienza renale cronica benigna. “È stato un errore medico” racconta oggi che di anni ne ha 20 e ha imparato a convivere con questa patologia, affrontando tanti momenti di sconforto ma dimostrando anche tanto coraggio. Una patologia che ne ha compromesso la qualità della vita. “Ho 7 centimetri di intestino più la valvola eliocecale – spiega – e mi nutro artificialmente”. Entrando nel tecnico, attraverso la nutrizione parenterale con uno zaino collegato ad un catetere venoso ed una peg per nutrizione enterale. Alle difficoltà dovute all’insufficienza renale cronica benigna, che l’ha vista affrontare ben 19 interventi – tra più e meno gravi – tanti quasi quanti sono i suoi anni, se n’è aggiunta però anche un’altra per Luisa Felicioni, giovane ragazza spellana. Forse anche più dolorosa. “Quando frequentavo la terza media sono stata vittima di bullismo – dice, con la voce velata di tristezza -. I miei compagni avevano creato un gruppo Whatsapp per prendermi in giro. A causa della mia patologia, infatti, non ero come tutti i miei coetanei e non potevo fare le stesse cose che facevano loro. Le mie condizioni mi impedivano, ad esempio, di andare alle feste. Ero costretta a rimanere a casa, sempre attaccata a un’asta. Ero la ragazza dell’ultimo banco, quella emarginata, lasciata in disparte. Per loro quel gruppo Whatsapp era stato un divertimento, per me una ferita che a distanza di anni non si è ancora rimarginata del tutto. I miei insegnanti mi avevano detto di denunciare tutto alla polizia postale, ma non me la sono sentita. Ho detto ai miei genitori che volevo lasciar perdere quella storia, perché volevo vivere in tranquillità quell’ultimo anno delle scuole medie”. Quell’episodio si concluse con un rapporto di classe che però, spiega Luisa, i genitori dei suoi compagni non presero bene, accusandola di aver rovinato la media dei loro figli. “Chiesi alla preside di sospendere quel rapporto – prosegue -, ma lei non volle, perché considerava grave quanto era avvenuto”. E nonostante di anni ne siano passati molti ormai, per Luisa è difficile tornare con la memoria a quei giorni. “È un ricordo che non avrei voluto portare con me, avrei preferito rimuoverlo – dice -, anche perché quando raccontiamo qualcosa di noi vorremmo sempre che fosse qualcosa di bello”… (Continua…)
Di MARIA TRIPEPI

TI INTERESSA QUESTO ARTICOLO?
Per leggerlo integralmente
ABBONATI ALL’EDIZIONE DIGITALE O CARTACEA
CLICCANDO QUI
OPPURE CERCA LA GAZZETTA DI FOLIGNO IN EDICOLA

0 shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content