Schermata 2023-02-13 alle 09.15.55

Tumori testa-collo, al “San Giovanni Battista” un’équipe d’eccellenza

Lavorare in squadra porta ottimi risultati, soprattutto in oncologia: all’ospedale di Foligno l’esperienza del team multidisciplinare di otorinolaringoiatria con dati sorprendenti sulla sopravvivenza dei pazienti a quattro anni. Il primario Longari: “fondamentale anche la salvaguardia della qualità di vita”.

Otorino, oncologo, radioterapista: ecco il “tridente” dell’équipe multidisciplinare creata quattro anni fa all’ospedale “San Giovanni Battista” di Foligno nel reparto di Otorinolaringoiatria guidato dal dottor Fabrizio Longari (nella foto al centro), con lo scopo di trattare nel modo migliore i pazienti affetti dai tumori testa-collo. Un team formato dall’oncologo Andrea Rocchi e dall’otorino Valentino Manna (rispettivamente a destra e a sinistra nella foto), insieme ai medici radioterapisti dell’ospedale di Spoleto, Fabrizio Fusconi e Paolo Piatti, che oggi tirano le somme sul proprio operato e che, numeri alla mano, dimostrano come l’approccio integrato fra professionalità mediche sia la giusta strada per la cura e il benessere dei pazienti oncologici. Il dato più eclatante arriva dal confronto sulle percentuali della sopravvivenza paragonate con le statistiche del SEER, acronimo di “Surveillance, Epidemiology and End Results Program”: un software americano molto simile al nostro registro dei tumori e sviluppato dal National Cancer Institute statunitense.
SOPRAVVIVENZA A QUATTRO ANNI DEL 90%: +20% RISPETTO ALLE STATISTICHE USA
“Se a Foligno dopo quattro anni la sopravvivenza ai tumori testa-bocca nei nostri pazienti è del 90% (+20% rispetto alle statistiche Usa), la curva del SEER per le patologie testa-bocca a circa un anno rivela una sopravvivenza dell’80%, percentuale che a quattro anni scende al 68% circa”. A spiegarlo il dottor Rocchi, che aggiunge: “Nella multidisciplinarietà ognuno mette le sue competenze e lavorando in équipe queste abilità si moltiplicano. Nel nostro team di Oncologia otorinolaringoiatrica evitiamo al paziente di fare tre visite accogliendolo tutti insieme e facendolo sentire più tutelato, avvolto e sicuro nell’affrontare la malattia”. Da quattro anni a oggi buoni numeri, ma soprattutto buoni riscontri: “Centoundici i pazienti visitati e attualmente in cura, tra i quali alcuni – a maggior rischio di recidiva – vengono visitati ogni 40-60 giorni; mediamente sono 300 le visite ogni anno. Il dato che per noi è più importante – dice Rocchi – è che in questi anni abbiamo avuto 25 pazienti con una recidiva: il motivo della visita non è certo nell’evitarla, purtroppo è nella biologia del tumore. Ma anticipare la visita (con un agenda di II livello che viene gestita direttamente dalla nostra équipe) e individuarla in uno stadio iniziale significa trattare di nuovo il tumore con finalità guaritive. I pazienti venuti a mancare in questi quattro anni sono stati otto: significa che, tra i 25 colpiti da recidiva diagnosticata precocemente, 17 sono stati operati e sono vivi e liberi dalla malattia grazie alla tempestività che l’unità multidisciplinare riesce a mettere in campo”… (Continua…)

Di FEDERICA MENGHINELLA

TI INTERESSA QUESTO ARTICOLO?
Per leggerlo integralmente
ABBONATI ALL’EDIZIONE DIGITALE O CARTACEA
CLICCANDO QUI
OPPURE CERCA LA GAZZETTA DI FOLIGNO IN EDICOLA

0 shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content