“L’ospedale è vivo”
L’ultimo report Agenas sulle performance delle strutture sanitarie evidenzia una situazione “discreta” per il “San Giovanni Battista”. Permangono criticità su liste d’attesa e personale, ma ci sono alcuni segnali positivi, come l’installazione della nuova Pet-Tac. Intervista al direttore Mauro Zampolini
Sul “San Giovanni Battista” non è tutto da buttare. A dirlo sono gli ultimi dati Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che ha da poco pubblicato il Pne 2022 (Programma nazionale esiti) basandosi sulla situazione dell’anno precedente, il 2021. Un documento che mette in evidenza le performance delle varie strutture sanitarie d’Italia e che serve a misurare la qualità dell’assistenza, mostrando i risultati e le criticità del sistema sanitario. Non si tratta di una vera e propria pagella ma, sicuramente, di una valutazione utile a migliorare ciò che non va, certificando al contempo ciò che invece funziona. E, i dati sull’ospedale di Foligno, restituiscono una situazione discreta. Non è certo tutto rosa e fiori, ma i numeri dimostrano come, troppo spesso, la narrazione fatta sulla sanità cittadina rischi di essere distorta. Per “giudicare” le performance, Agenas prende in considerazione alcuni indicatori per ogni reparto.
Così, emerge come al “San Giovanni Battista” la Cardiologia abbia un livello molto alto di aderenza agli standard di qualità, mentre il “disco rosso” arriva su Ortopedia e Pneumologia: troppo “intasata” la prima, sofferenza per la seconda anche per la scarsa risposta che arriva dal territorio. Le performance Agenas rappresentano l’occasione per fare il punto della situazione sull’ospedale folignate con il suo direttore, il dottor Mauro Zampolini.
Direttore, qual è lo stato di salute del nostro ospedale?
“Facendo riferimento ai dati Pne e senza voler fare pagelle, il ‘San Giovanni Battista’ mostra uno stato discreto e con dei punti di eccellenza che sono testimoniati dagli esiti in salute, non tanto da quanti pazienti vengono curati. È una situazione che vede ottime performance e alcune criticità che potevamo immaginare. Parliamo di dati del 2021, quindi le criticità sono legate a una coda della pandemia: alcune specialità sono rimaste in sofferenza per questo”
Cosa si può fare quindi per migliorare?
“Stiamo cercando di ottimizzare l’organizzazione interna per quanto riguarda il funzionamento dei protocolli, che deve essere abbastanza automatizzato sia internamente che nel rapporto con il territorio. L’integrazione ospedale-territorio è fondamentale. Bisogna far sì che al miglioramento dell’ospedale corrisponda il miglioramento del territorio. Abbiamo iniziato degli incontri con i medici di base per poter focalizzare quali sono le criticità e migliorarne il supporto, in maniera tale da evitare ricoveri inutili”
Nelle scorse settimane la Regione ha presentato il progetto per il Terzo polo Foligno-Spoleto che comprende anche altre strutture che rispondono alla Usl 2. Come lo vede?
“È un’integrazione che vedo in maniera positiva. Come gruppo tecnico abbiamo fatto un protocollo di visione e integrazione delle attività, soprattutto tra Foligno e Spoleto che, in qualche modo valorizzano le peculiarità degli ospedali. Foligno si occuperà prevalentemente di emergenza-urgenza, mentre il ‘San Matteo degli Infermi” si interesserà soprattutto di ‘cronicità’. Quest’ultimo aspetto non è penalizzante. Se pensiamo che l’80% degli interventi in medicina sono su pazienti con patologie croniche, potrebbe essere un laboratorio sperimentale per studiare modelli di supporto su questo fronte”
Intanto il Pronto soccorso sembra essere sotto pressione…
“Nel nostro Pronto soccorso c’è un iperafflusso di persone. Assorbiamo un’utenza che va oltre il nostro bacino di competenza: questo comporta lunghe attese e problemi nella gestione dei posti letto. Ultimamente abbiamo viaggiato con picchi di 40 persone in più al giorno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, arrivando anche a 165 accessi nelle ventiquattro ore”
E sulla situazione dei primari? A Foligno ne mancano diversi…
“È un discorso collegato alla creazione del Terzo polo. Speriamo che i primariati vengano fatti il prima possibile, ma dovranno essere in rapporto all’integrazione”…
Di FABIO LUCCIOLI
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