Comunità energetiche, a Foligno la Diocesi guida la sperimentazione
Entro la prossima primavera sorgerà il primo progetto realizzato dall’Istituto sostentamento del clero. Ottanta le utenze finora censite, per le quali sarà abbattuto il costo dell’energia grazie al fotovoltaico. Un modello “aperto” anche ai cittadini. L’assessore Barili: “una rivoluzione civica e culturale”
Spesso a guidare i cambiamenti è la necessità: forza ineluttabile, capace di superare ogni ostacolo. Il rincaro generalizzato dei consumi post pandemia, prima, e i difficili tempi della guerra energetica, poi, hanno generato l’emergenza bollette che sta portando allo stremo famiglie e imprese. Una situazione che alcuni mesi fa aveva spinto la Cei a richiamare l’attenzione di tutte le Diocesi sulle Comunità di energia rinnovabile (Cer), nel nostro Paese ancora sconosciute: aggregazioni di utenti finali di energia elettrica con lo scopo di generare benefici economici, ambientali e sociali ai membri e al territorio interessato.
Da questa sollecitazione e su iniziativa dell’Istituto diocesano sostentamento del clero di Foligno è stato avviato il primo esperimento cittadino in tal senso, puntando sul fotovoltaico e mettendo in rete i tetti degli edifici diocesani.
COPERTURA IN TUTTA L’AREA CITTADINA FINO A SPELLO
Il progetto riguarda, di fatto, tutta la città: le zone coinvolte corrisponderanno al perimetro di distribuzione delle due cabine elettriche dell’alta tensione a servizio del territorio. Una è localizzata in prossimità della statale “Flaminia”, al bivio per la località di Carpello, e serve l’area nord di Foligno, fino alla montagna e a Colfiorito. L’altra cabina è a Fiamenga, a servizio del resto del territorio comunale e di quello degli spellani.
A partire da questi due punti l’intenzione degli uffici diocesani è di formare diverse comunità che raccolgano consumatori in ciascuna delle due zone, tenendo conto del limite di potenza massima consentita per ogni Comunità energetica rinnovabile, pari ad 1 MW, cioè mille kw. L’autoconsumo sarà compensato in modo virtuale dal Gestore dei servizi elettrici (Gse) con i consumi effettivi registrati. I dati saranno rilevati dai rispettivi contatori, che afferiscono ad una stessa cabina.
Nel dettaglio il progetto diocesano interessa già 80 POD o Point of Delivery, punti di fornitura riferiti alle utenze di chiese, parrocchie, comunità religiose, residenze protette ma anche alla sede vescovile e al teatro San Carlo, che ospita i media diocesani.
COMUNITÀ APERTE CONTRO LA POVERTÀ ENERGETICA
Un progetto dedicato solamente a edifici diocesani o che potrà essere esteso anche ai cittadini? “Al momento si stanno raccogliendo i dati di consumo delle diverse realtà diocesane, per verificare il fabbisogno e valutare capacità di produzione e costi dell’impianto, ma le comunità sono aperte”: così dagli uffici diocesani, rilevando che le Comunità energetiche rinnovabili devono possedere impianti di produzione di proprietà, o anche solo averne la disponibilità tramite produttori e/o proprietari terzi, così che l’energia prodotta possa essere condivisa tra i membri. Il ruolo di finanziatore, proprietario o produttore può infatti essere in capo ad un soggetto esterno. Possono essere membri di una Cer cittadini e famiglie (ossia utenti finali domestici); Pmi che non esercitano attività nello stesso settore; enti territoriali e autorità locali, di ricerca e formazione, religiosi, del terzo settore e di protezione ambientale.
Con la comunità di energia rinnovabile si dispone di uno strumento che favorisce l’autoconsumo collettivo, incentivato da una tariffazione più favorevole, che si tra- duce nel riconoscimento di alcuni centesimi – al momento 0,11 euro – per ogni kw autoconsumato.
CONSUMI ABBATTUTI, VANTAGGI PER AMBIENTE E SOCIALE
In termini di risparmio in questo momento le aspettative sono alte. L’autoconsumo istantaneo va ad abbattere il costo dell’energia acquistata ai prezzi attuali. “Per avere un’idea di quanto stia pesando la bolletta elettrica – specificano i tecnici della Diocesi – basti ricordare che il costo rilevato dall’Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente) per il mese di novembre 2022 è pari a 0,501 euro per kwh, mentre nel trimestre ottobre/dicembre 2020 la tariffa di maggior tutela era stata di 0,066 euro; e ancora, nel trimestre ottobre/dicembre 2021 è stata di 0,20 euro, sempre per kwh. Tutti noi abbiamo subito gli effetti di questo inaudito balzo dei costi, così oggi si guarda alla Comunità energetica con questo principale obiettivo, ma senza dimenticare che il ricorso a fonti rinnovabili ha un positivo ed importante impatto ambientale, che si somma all’evidente funzione sociale… (Continua…)
Di FEDERICA MENGHINELLA
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