Agricoltura e siccità, la questione è complessa
L’assenza di precipitazioni e le temperature sopra le medie stanno mettendo a dura prova la produzione: l’impatto è forte sul fronte quantitativo, ma non tutto è perso su quello qualitativo.
“Nel mese di maggio sono caduti 25 millimetri di pioggia, in quello di giugno solo quattro. Dall’inizio della primavera non abbiamo raggiunto neppure i 65 millimetri, quando in realtà ce ne sarebbero voluti almeno 550. Siamo ad un nono delle precipitazioni ordinarie e necessarie”. Inizia così il racconto che arriva dalle campagne della Valle Umbra, in quello che è stato definito l’anno più caldo di sempre. Ad illustrare con dovizia di particolari quella che è la situazione, oggi, nel comparto agricolo è il presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco, Giampaolo Tabarrini. Alla sua voce si aggiunge anche quella di Marco Viola, numero uno di Assoprol e della sezione olivicola di Confagricoltura, che parla di “danno notevole” per il settore.
MANCA L’ACQUA
Dopo la pandemia, l’aumento delle materie prime – e in alcuni casi anche la loro mancanza – e lo scoppio della guerra in Ucraina, ora ad aggravare la situazione in agricoltura è anche la siccità, per la quale l’Umbria ha chiesto ed ottenuto dal Governo, come altre regioni d’Italia, il riconoscimento dello stato di emergenza idrica con lo stanziamento di 2 milioni e 800mila euro per aiutare l’Appennino centrale. “L’acqua è venuta a mancare nel momento in cui le piante ne avevano più bisogno – commenta Tabarrini -, ossia in fase di germogliamento e accrescimento. Fin dall’inizio della stagione, purtroppo, il loro sviluppo non ha avuto un decorso normale e non si tratta di un qualcosa che si può recuperare più avanti nel tempo”. Tra i problemi segnalati, quello dello stress idrico. “Le piante – prosegue – fanno il frutto principalmente per il seme e quindi per la ripropagazione della specie, ma è evidente che in un momento di stress idrico, prima di andare in sofferenza, ‘uccidono’ i frutti perché bevono l’acqua che è al loro interno e li fanno seccare. A quel punto, per le piante, la priorità non è più la ripropagazione della specie, ma la stessa sopravvivenza”…
Di MARIA TRIPEPI
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