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Acque sotterranee e siccità, criticità in Valle Umbra e alla palude di Colfiorito

A rilevare lo stato di crisi il report di Arpa Umbria. Per il responsabile del servizio, Mirko Nucci, “sarà un’estate difficile” determinata da precipitazioni “sempre più di breve durata e di grande portata”

È soprattutto in Valle Umbra e nei settori di Foligno e Spoleto (oltre che nella Valle del Tevere e nel Vulsino) che si riscontra la maggiore criticità per quanto riguarda lo stato delle acque sotterranee causato dalle minori precipitazioni atmosferiche registrate fino al 13 maggio. Lo rivela il report di Arpa Umbria dello scorso 20 maggio, del quale abbiamo discusso con il dottor Mirko Nucci, responsabile del Servizio Rete Acqua di Arpa Umbria, che già all’inizio dell’anno al nostro giornale aveva annunciato uno stato di allerta – perdurante dal 2021, già avaro di precipitazioni – in attesa dell’esito delle piogge primaverili.

I dati analizzati al 13 maggio scorso rilevano una situazione difficile e preannunciano un’estate all’asciutto. “Ci saranno problemi – spiega Nucci – sebbene non paragonabili a quelli del 2012: va detto che esistono da sempre in Umbria ricorrenze di anni particolarmente siccitosi, sebbene si sia passati da fasi di sette anni (fino agli anni ’80) a siccità oggi ricorrenti ogni 3-4 anni. Sebbene nella regione la quantità di piogge sia pressoché invariata – aggiunge il funzionario Arpa – è mutata la tipologia di precipitazioni: sempre più di breve durata e di grande portata. Una condizione che favorisce il deflusso superficiale verso fossi e fiumi e che non permette l’ideale infiltrazione nel sottosuolo. Anche la minor precipitazione nevosa non aiuta a ricostituire i livelli di falda”.

L’analisi si basa sui dati del “Monitoraggio in continuo dei livelli di falda” per le riserve idriche sotterranee, disponibile online sul portale dell’Agenzia regionale di protezione ambientale. “Se in Umbria il 51% dei livelli di falda si colloca al di sotto della media degli omologhi pregressi, solo l’8% è al di sopra e il 41% è in media con il periodo attuale; per quanto riguarda invece le sorgenti – spiega Nucci – sono tutte (100%) in una situazione di deficit, più o meno accentuato”. A poco sono servite le piogge di aprile che, sebbene abbiano stabilizzato temporaneamente i livelli di falda, non sono bastate a riequilibrare la tendenza….

Di FEDERICA MENGHINELLA

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