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Il Servizio tutela minori e persone vulnerabili

Con l’approvazione da parte dell’Assemblea della Conferenza episcopale italiana, nel maggio 2019, delle “Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”, è nato quello che possiamo definire un nuovo filone che deve inserirsi nella pastorale ordinaria della Chiesa. Infatti, poiché troppo gravi sono i danni che segnano le vittime degli abusi, dentro e fuori dalla Chiesa, si rende urgente avviare un’azione pastorale e formativa che dovrà essere assunta dall’intera comunità cristiana. Molti sono stati i passi svolti dalla Chiesa cattolica per fronteggiare e combattere questa piaga e rilevanti anche gli interventi legislativi al riguardo. Il problema complesso degli abusi sessuali, che ha visto la Chiesa negli ultimi vent’anni seriamente impegnata, ha dato nuovo impulso allo sviluppo e all’attuazione del diritto penale canonico, creando una decisa azione riformatrice, promossa particolarmente dagli ultimi tre pontificati. Per ragioni di spazio non è possibile affrontare dettagliatamente le molteplici normative emanate in materia. Ci limiteremo quindi a tratteggiare sinteticamente il contenuto del Vademecum su alcuni punti di procedura nel trattamento dei casi di abuso sessuale di minori commessi da chierici, pubblicato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede il 16 luglio 2020, e faremo un accenno al nuovo Libro VI del Codice. Il Vademecum è uno strumento particolarmente utile, una specie di manuale di istruzioni, per muoversi in tali fattispecie criminose. Qual è, quindi, la procedura da seguire una volta acquisita la notizia di un crimine commesso da un chierico? L’Ordinario, verificata la verisimiglianza della stessa, deve procedere con l’investigatio praevia, cioè una procedura di investigazione che permetta di chiarire e approfondire la conoscenza della situazione. Al termine di tale indagine l’Ordinario invia gli atti alla Congregazione per la Dottrina della Fede che decide e notifica all’Ordinario il percorso da intraprendere: archiviazione, imposizione di misure disciplinari o ammonizioni oppure l’apertura di un processo penale. In quest’ultimo caso può essere seguita la via giudiziale oppure quella extragiudiziale, o nei casi particolarmente gravi, disporre il deferimento diretto al Pontefice, con una decisione dello stesso in merito alla dimissione dallo stato clericale, quando consti manifestatamente il compimento del delitto. Anche nel nuovo Libro VI del Codice di Diritto Canonico, promulgato da Papa Francesco ed entrato in vigore l’8 dicembre 2021, ha trovato spazio la problematica degli abusi sessuali inserendo le fattispecie delittuose nel titolo VI “Delitti contro la vita, la dignità e la libertà dell’uomo”. Troviamo qui un significativo e importante cambio di prospettiva, perché si sottolinea specialmente la centralità della persona colpita da tali comportamenti nefasti. Come pure si ha una novità anche nei riguardi delle vittime: recependo le recenti normative, il nuovo can. 1398 che delinea la fattispecie delittuosa del delictum contra sextum cum minore, aggiunge la dicitura: “O con una persona alla quale il diritto riconosce pari tutela“. Altra novità chiaramente espressa è quella relativa alle pene annesse al mancato adempimento dell’obbligo di denuncia per chierici e religiosi di fatti delittuosi da essi conosciuti. Il can. 1371, infatti, al par. 6 stabilisce che chi omette la comunicazione della notizia del delitto, alla quale sia obbligato per legge canonica, deve essere punito.
Anche nella nostra Regione, dalla sua costituzione da parte della Conferenza Episcopale Umbra, il Servizio Regionale per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili ha intrapreso un percorso di formazione, attraverso incontri periodici, al fine di rendere i Referenti diocesani consapevoli del nuovo filone pastorale che la Conferenza Episcopale Italiana ha deciso di inaugurare. Sono state definite delle tematiche mirate e organizzati i primi incontri, a livello diocesano, con gli uffici pastorali più coinvolti in questo campo (ad esempio pastorale giovanile, pastorale familiare, catechisti…). Tutto questo al fine di offrire percorsi di formazione e informazione sulla questione degli abusi. È inoltre operativo il Centro di ascolto regionale che ha la sua sede in Perugia, località Montemorcino, e la cui responsabilità è stata affidata alla dottoressa Federica Edera, della Diocesi di Gubbio. A tale centro potrà rivolgersi chiunque abbia necessità non solo di segnalare eventuali casi di abuso o di comportamenti inappropriati da parte di sacerdoti o religiosi/e, ma anche di avere qualsiasi tipo di informazione inerente la materia. Il numero di telefono del Centro di ascolto, che è stato attivato per prendere un appuntamento, è il seguente: 3483598364 mentre la mail è tutelaminori@chiesainumbria.it

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