Incinta di otto mesi fugge da Zaporizhzhia e arriva a Foligno
La storia di Anastasiia e del piccolo Bogdan
Le storie di speranza, inclusione e solidarietà che riguardano il conflitto in Ucraina continuano a colorare la nostra città. Sin dai primi giorni dell’inizio della guerra sono state tantissime le famiglie che, grazie alla Caritas diocesana di Foligno, hanno potuto trovare rifugio ed accoglienza. Così come molte sono state le iniziative private, sia da parte della comunità folignate che di quella ucraina residente in città, che hanno aperto le porte delle loro case a donne e bambini provenienti dalle zone martoriate dalla guerra, mostrando, se ce ne fosse ancora bisogno, quanta solidarietà c’è nei cuori umani. Secondo i dati forniti dalla Questura di Perugia, ad esempio, dall’inizio della guerra ad oggi la rete di accoglienza messa in piedi in città starebbe coinvolgendo tra le 50 e le 100 famiglie folignati. Una situazione in continua evoluzione, che di fatto non permette di avere numeri precisi ma che ben rappresenta quanto sta avvenendo sul territorio. Ed è proprio dalle storie di fratellanza e condivisione che abbiamo deciso di ripartire, per raccontare quanta speranza c’è ancora, nonostante questa tremenda guerra sembri non voler finire. E questa volta la storia è quella di Anastasiia, giovane ucraina di 21 anni proveniente da Zaporizhzhia, a poche centinaia di chilometri da Mariupol. Incinta di 8 mesi quando i bombardamenti hanno iniziato a devastare la sua città, ha deciso, d’accordo con il marito, di lasciare la propria terra per far nascere in sicurezza il bambino. “Avevano iniziato a bombardare l’ospedale nel quale avrei dovuto partorire – racconta Anastasiia – ed io avevo molto paura, così abbiamo deciso che sarei partita per raggiungere mia madre che vive qui a Foligno. La guerra ha impedito a me e mio marito di condividere un momento bellissimo come la nascita di nostro figlio, ma la cosa più importante era che venisse alla luce in sicurezza. Così, mi sono messa in viaggio insieme a mia nonna, per venire in Italia”. Partita dalla città di Zaporizhzhia, Anastasiia ha affrontato un viaggio in treno di 12 ore…
Di ALESSIO VISSANI
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