Siti e pozzi inquinati, bonifiche regionali prorogate “causa Covid”
Sono 235 i luoghi inquinati – pubblici e privati – da bonificare nella nostra regione. Di questi, 127 sono inseriti nell’apposita anagrafe regionale. A spiegarlo un documento istruttorio della Regione Umbria risalente a giugno 2020, quando la giunta Tesei ha deliberato il differimento dei termini previsti nei procedimenti di bonifica a causa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19.
Il Coronavirus congela dunque i termini degli adempimenti in materia di bonifica. Il rinvio peraltro interessa un quadro, quello sulle contaminazioni ambientali, datato: risale infatti a quattro anni fa, (esattamente al 30 giugno 2018) con la deliberazione di giunta regionale n. 1523, l’ultimo aggiornamento dell’anagrafe. Il provvedimento faceva capo al governo Marini e all’ex assessore delegato Fernanda Cecchini.
Il Servizio Risorse idriche, acque pubbliche, attività estrattive e bonifiche interpellato sul tema spiega che “è in vista nei prossimi giorni una riunione con Arpa per l’aggiornamento dell’anagrafe” e che questa è “una delle attività che hanno sofferto a causa dell’emergenza Covid” oltre che per “enorme carenza di personale e aspetti riorganizzativi interni”. È l’articolo 31 della legge regionale del 13 maggio 2009 n.11 a stabilire che la Regione debba predisporre l’anagrafe dei siti oggetto di procedimento di bonifica. Anagrafe che contiene l’elenco dei siti sottoposti a intervento di bonifica e ripristino ambientale nonché degli interventi realizzati. Il documento individua i soggetti cui compete la bonifica e gli enti pubblici di cui la Regione intende avvalersi, in caso di inadempienza dei soggetti obbligati…
Di FEDERICA MENGHINELLA
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