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Rivoluzione Vus

Riassetto del management, nuove strategie di raccolta differenziata, mappatura digitale del territorio e eco-isole. Dall’azienda partecipata il presidente Rossi e il dg Ranieri: “Politica e cittadini ci diano tempo e fiducia” 

Il presidente Vincenzo Rossi accetta – nel pieno della bufera sulla gestione dell’igiene urbana – di essere intervistato. Lo incontro in un pomeriggio piovoso nella sede legale di Spoleto. Al settantenne ex direttore generale della Oma, una fulgida carriera maturata infine nella pensione, la prima domanda non poteva che essere: “Chi glielo ha fatto fare?”. Rossi sorride dietro la mascherina. Parla di restituzione, orgoglio per un’azienda che esprime identità territoriale da preservare e necessità di difendere e far ripartire l’unica multiutility del genere rimasta in Umbria.

Ingegnere, perché ha accettato que- sta sfida?
“Sul finire del luglio 2019 vengo cercato e mi si chiede se sono disponibile a dare una mano a risistemare questa società. Ovviamente essendo un pensionato non posso prendere emolumenti. Lo faccio gratis, ma ho ritenuto che fosse un dovere verso la comunità. Un po’ perché ho lavorato tanti anni a Foligno, un po’ perché risiedo a Spoleto… e un po’ perché della Vus ho l’idea che sia rimasta come unica identità sovracomunale a identificare questo territorio, fra Spoleto, Foligno e la Valnerina: la famosa ‘area vasta’ o ‘terza Provincia’, di cui fui fra i promotori tanti anni fa; ma poi non se ne fece più nulla. Siccome ho dedicato una vita a far crescere l’industria a Foligno ma risiedo qua, avevo questo desiderio di ser- vire, di restituire al mio territorio. Un mettersi a disposizione che forse, inizialmente, non è stato del tutto compreso”

Si riferisce alle frizioni dopo la sua nomina?

“Particolari dinamiche che preferisco non commentare. Tuttavia ribadisco che volevo e voglio tuttora – nonostante due anni infernali – cercare di ridare un senso alla Vus, perché, come ho detto più volte ai soci, ‘sta a voi decidere se volete difendere il patrimonio di questa società, ciò che rappresenta per il territorio, sia dal punto di vista indu-striale ed economico che di identificazione territoriale. L’alternativa è diventare la periferia sud di Perugia o la periferia nord di Terni’. Sta a loro decidere, ma le confesso che ho tuttora notevoli difficoltà”

In che senso?

“In qualche riunione formale si è parlato di me attribuendomi ‘il peccato originale’, ossia di essere stato nominato da una parte, con l’avversione dell’altra. Ridurre tutto questo a uno scontro politico fra le parti… in una società che è fatta dai Comuni soci – rappresentati dai sindaci – ma questi ultimi sono rappresentanti pro tempore, come il sottoscritto, e comunque rappresentano tutta la comunità. Come ho detto alla commissione Controllo o garanzia del Comune di Foligno, quando diamo l’acqua la diamo a tutti i Comuni, così come quando curiamo l’igiene urbana; serviamo tutti a prescindere dall’idea politica. E io non ho interessi reconditi a stare qui”

Viene dalla Oma e ha contribuito alla crescita del polo aeronautico, che a Foligno occupa oltre 1500 persone. Dica la verità: è difficile applicare al pubblico i medesimi principi di razionalizzazione del privato?

“Non la metterei così, perché sono fermamente convinto che anche le aziende pubbliche abbiano la loro ragion d’essere, specialmente nel settore dei servizi come il nostro. E siccome la Vus è la unica multiutility dell’Umbria, dal gas all’acqua, ai rifiuti, all’energia ed è pubblica, è un’impresa da preservare e valorizzare”

Per questo ha chiamato Ranieri come direttore generale dalla Smat, la società metropolitana acque di Torino? 

“La Smat Ranieri l’ha fatta diventare una realtà importantissima; averlo convinto a venire qui lo considero un successo personale, ho dovuto aspettare otto mesi perché si liberasse. Un manager con quelle competenze che lascia un’azienda che fattura 420 milioni con quasi 300 Comuni soci e con 115 milioni di investimento all’anno… decidere di accettare di tornare…”

Tornare dopo una lontana esperienza nella nascita di Vus.
“È stato per sei mesi amministratore delegato, nel 2003. Praticamente era agli inizi della vicenda Vus. Partì perché l’humus non era adeguato a certi approcci. Ribadisco il fatto che credo nella valenza pubblica di questa società, unica del genere rimasta in Umbria. Un valore che non possiamo disperdere. Il mio sogno è farla diventare un’eccellenza, anche se piccola, perché parliamo di 78 milioni di fatturato e serviamo circa 160mila abitanti su un territorio di circa 200 kmq. Siamo piccoli anche all’interno del sistema umbro… però… si è fatto il referendum per l’acqua pubblica? Se vogliamo essere coerenti e se partiamo da certi assunti condividendoli, ebbene: questa dovrebbe essere la società di riferimento in Umbria, facendola crescere e assumendola come paradigma”

Un invito a cessare il fuoco della politica in difesa del bene pubblico?

 “Posso pensare che la mia visione sia un’utopia o che vada a urtare situazioni più o meno consolidate, ma nessuno mi impedisce – o ci impedisce – di pensare al futuro e soprattutto di pensare in grande. Certo, nella nostra situazione il socio è anche utente e c’è una conflittualità di base, un certo disequilibrio da gestire; ma alla fine se c’è la volontà a monte di difendere il patrimonio che questa azienda rappresenta sul territorio, le difficoltà si superano. Parlo della raccolta rifiuti, in particolare: farlo diventare un argomento di contestazione e strumentalizzazione non aiuta nella risoluzione dei problemi”

Ma quello dell’igiene urbana è un problema evidente e lamentato dai cittadini.
“Certo, non li nega nessuno. Ma i problemi c’erano anche da prima. I numeri stanno lì, le percentuali della raccolta differenziata sono praticamente le stesse da quattro anni, il che significa che i disservizi più o meno sono gli stessi, con la differenza che oggi vengono amplificati. Dobbiamo considerare il riferimento ai territori contigui: siamo svantaggiati in termini di morfologia territoriale con vaste aree montane, pensi alla Valnerina. Pensi anche al terremoto: avere l’area del cratere qui ha condizionato e ritardato tante decisioni, anche nel passato. La ricostruzione del 2016 di fatto sta cominciando ora. Quindi i famosi 0, 1, o 7% di qualche piccolo Comune della Valnerina fanno effetto, ma stiamo parlando di poche centinaia di abitanti. Ha influito molto anche il Covid, l’inchiesta della Procura di Perugia sulla pregressa gestione della raccolta rifiuti e l’avvicendamento per pensionamento di tanti dirigenti storici come Papini, Valentini, e l’ex direttore generale Rossi. Persone con ruoli chiave nell’azienda. Un coacervo di situazioni che non devono suonare come giustificazioni ma che devono essere considerate per capire come va riorganizzata questa società”… (…)

di FEDERICA MENGHINELLA

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