Pensiamo anche agli altri
Sembra proprio che il virus non se ne voglia andare, anche se i progressi sono innegabili. Gli scienziati ritengono che, almeno in Italia, il vaccino abbia fatto quanto ci si aspettava, riducendo drasticamente i contagi; in altri paesi, che non hanno effettuato un intervento drastico come quello italiano, la pandemia continua a infuriare. Non riesco ancora a capire come, nonostante la pandemia risulti diffusa in tutto il mondo e nonostante quanto tutti gli scienziati più accreditati sostengono, ci siano ancora persone di buonsenso riconosciuto, persone generose, pronte a tutto pur di aiutare gli altri, che non accettano il trattamento. Si dice (anche a prescindere dalle componenti grottesche che talvolta sono indicate) che non se ne conoscerebbe il contenuto, troppo poco sperimentato. Ma quanti sanno come è fatta l’aspirina, la tachipirina, gli altri medicamenti in genere, che comunque, senza porsi problemi, tutti assumono? Eppure prodotti simili, anche nuovi, promossi dalla pubblicità, sono presi da tutti senza esitazione, senza problemi. E allora? Forse è la paura a impedire a molti di accettare il vaccino. Forse è la diffidenza, quella atmosfera di sospetto costante che con più violenza si è diffusa con la pandemia, ma che anche prima del morbo era presente, probabilmente a causa di una comunicazione fatta di messaggini, di chiunque, senza controlli sulla loro fondatezza. Così la persona resta sola, naturalmente diffidente di ciò che sostengono gli altri, mettendo talvolta sullo stesso piano chi scrive fanfaluche e ciò che dichiarano persone autorevoli, magari anche le persone care...
Di PIETRO PERGOLARI
TI INTERESSA QUESTO ARTICOLO?
Per leggerlo integralmente
ABBONATI ALL’EDIZIONE DIGITALE O CARTACEA
CLICCANDO QUI
OPPURE CERCA LA GAZZETTA DI FOLIGNO IN EDICOLA