La siccità di casa nostra
Il “piovoso gennaio” ha permesso al Folignate di non toccare l’incredibile soglia del -100% delle precipitazioni annue. Temperature: in estate due gradi in più rispetto al passato
Morte e distruzione. È l’effetto di Medicane, il ciclone dalle caratteristiche tropicali. L’urgano si è abbattuto negli scorsi giorni sulla Sicilia, mostrando tutti gli effetti di un clima impazzito che non risparmia nemmeno il Mediterraneo e il nostro Paese. Pur interessando l’Italia, le notizie che arrivano da centinaia di chilometri di distanza sembrano ancora essere lontane da noi. Purtroppo però nemmeno l’Umbria è esente da quelli che sono gli effetti del cambiamento climatico. Basta andare di poco indietro nel tempo – alla scorsa primavera – e alla mente tornano i nubifragi che hanno interessato Perugia. Fiumi di acqua e fango hanno invaso strade e vie, creando danni e disagi. Eventi estremi che accendono a intermittenza il nostro campanello d’allarme, anche se oramai l’attenzione deve rimanere sempre alta. L’altro volto di un clima che si sta modificando interessa la quotidianità e non per forza deve essere rappresentato da eventi estremi e distruttivi. Si tratta, ad esempio, di annate sempre più siccitose e di temperature superiori alla media storica. A evidenziarlo è l’importante quantità di dati sul clima che ogni anno gli esperti del Centro funzionale della Regione Umbria raccolgono. Dati che raccontano un mutamento che, se non dovessero essere presi i giusti correttivi, rischia di diventare ineluttabile. Mancano ancora un paio di mesi alla fine di quest’anno, ma sin qui il 2021 è stato molto siccitoso in tutto il Centro Italia. “In Umbria – spiega l’ingegner Nicola Berni, del Servizio Protezione civile ed Emergenze della Regione – c’è stata una flessione di circa il 50% delle piogge cumulate medie annue, con lunghi periodi di mancanza di precipitazioni e temperature elevate intervallate, ogni tanto, da rovesci e temporali intensi”. Precipitazioni intense che portano danni e che sono totalmente inutili per ricaricare le falde o aiutare il settore agricolo. Insomma, una beffa. Dalle piogge intense che possono scatenarsi nel giro di poche ore a periodi di preoccupante siccità. È il caso dello scorso mese di settembre che sembra essere il più siccitoso degli ultimi 15 anni, come evidenzia una mappa del Consiglio nazionale delle ricerche e dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Cnr – Irpi)…
di FABIO LUCCIOLI
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