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Il voto travagliato dei Comuni vicini

Le prossime elezioni amministrative interessano tre comuni vicini a Foligno: Spoleto, Nocera Umbra e Bevagna. L’occasione è utile per capire quanto le forze politiche in campo sappiano cogliere le esigenze delle rispettive comunità. A parte Bevagna, che sta attraversando un periodo di grande ripresa per l’attrattività indotta dal Mercato delle Gaite (ma in cui la sinistra si presenta divisa), Spoleto e Nocera sono immerse in situazioni fortemente critiche. Spoleto, che vive di servizi (tribunale, ospedale – tuttora in sofferenza -, scuola di polizia), di offerta culturale (festival dei due mondi, teatro lirico sperimentale), di produzione di olio e vino (trebbiano) ha accusato e accusa anche demograficamente il vulnus di una progressiva deindustrializzazione. Nocera Umbra, a sua volta, fatica a riprendersi dalle due ferite che l’hanno debilitata nelle ultime stagioni: il terremoto del 1997, con la lentissima ricostruzione, e la chiusura della Merloni. Alla fine della ricostruzione si è purtroppo accompagnata una dispersione residenziale lontana dall’essere ricucita. Per l’ex Merloni il Pnrr della Regione prospetta l’insediamento di un “Parco tecnologico dei nanomateriali”, un progetto tutto da verificare anche perché la sua collocazione più naturale sarebbe forse stata nel ternano. Intanto, tra minacce di licenziamenti e proroghe della cassa integrazione, i lavoratori della subentrata J.P. Industries continuano ad essere assai preoccupati. Di fronte a questo panorama non certo entusiasmante, ci si sarebbe aspettati dalle forze politiche un grande sforzo unitario che – forse troppo idealisticamente – avesse fatto superare perfino le distinzioni tra destra e sinistra. Pur non pervenendo a questo risultato (politicamente una pretesa francamente ingenua), a Nocera Umbra si è almeno riusciti a comporre due soli raggruppamenti, uno di centro-destra e uno di centro-sinistra. A destra, il leghista Caparvi ha pensato bene di giocare la carta del pragmatico ministro Giorgetti più che quella del fumoso Salvini; a sinistra, il piddino Ugo Sorbelli ha scelto dignitosamente di fare un passo indietro per favorire la candidatura di Montironi, già apprezzatissimo medico di base. A Spoleto niente di tutto questo è accaduto. Per rancori ereditati dal recente passato, per manifeste ambizioni personali, per scarsa consapevolezza di molti delle difficoltà che si incontrano oggi a governare un comune, si sono presentati ben 7 candidati, 19 liste, 433 aspiranti consiglieri. Con divisioni laceranti e mal di pancia sia a destra che a sinistra. Da sempre – e in maniera più accentuata negli ultimi decenni – gli spoletini sono sempre ricorsi alla “tattica del lamento sistematico” verso le istituzioni superiori. Ma lo spettacolo che i loro rappresentanti stanno offendo in vista del 3-4 ottobre sembra legittimare la domanda altrui: “Ma di che vi lamentate, se non riuscite a mettervi d’accordo neppure tra di voi?”

di ROBERTO SEGATORI

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