Un lasciapassare per non chiudere
L’estensione della certificazione verde Covid-19 agli ambiti di lavoro pubblici e privati rappresenta una norma di buon senso che allontana il rischio di nuove chiusure. Si tratta di un provvedimento che da tempo Confindustria nazionale, ma anche Confindustria Umbria, auspicava. Innanzitutto per la tutela della salute collettiva e delle persone che operano all’interno delle fabbriche e delle loro famiglie e poi per evitare nuovi fermi produttivi che rischiano di compromettere la ripresa economica. La certificazione rappresenta uno strumento di contrasto alla pandemia che, insieme ai Protocolli di sicurezza sui luoghi di lavoro applicati con rigore dalla primavera del 2020 ancora in assenza dei vaccini, consente di tenere sotto controllo la circolazione del virus circoscrivendone le conseguenze. Quella contro il virus è una battaglia di tutti, anche dell’impresa, che ricopre un ruolo sociale non solo per le persone che ci lavorano ma per i territori e le comunità in cui opera. È una responsabilità di cui siamo consapevoli, per questo sin dall’inizio non ci siamo mai sottratti al dovere di rendere le nostre aziende sempre più sicure. Nel segno della responsabilità è stata la realizzazione del punto vaccinale di Confindustria Umbria al Palaeventi di Assisi. Uno sforzo organizzativo che ha visto impegnata la nostra Associazione con il determinante supporto del Comitato umbro della Croce Rossa. Un progetto apprezzato dalle aziende associate – sessanta quelle coinvolte – che hanno contribuito economicamente alla vaccinazione di circa 300 dipendenti che hanno aderito all’iniziativa su base volontaria. Al momento, l’attività del punto vaccinale è sospesa ma siamo pronti a riattivarci rapidamente se si dovessero pre- sentare le condizioni per una eventuale terza dose. Con questo voglio dire che l’obiettivo che ci sta a cuore è mettere in sicurezza i luoghi di lavoro nei quali le persone trascorrono almeno otto ore ogni giorno, senza oltretutto sapere se il proprio collega vicino di lavoro è vaccinato...
di ANTONIO ALUNNI, Presidente Confindustria Umbria
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