La Bottega di san Giuseppe torna a splendere… e riserva nuove sorprese
Il recente intervento di pulitura consente una lettura più chiara di molti dettagli. Sulla pialla è apparsa una “G”: la sigla dell’autore? Ne parliamo con la storica dell’arte Marta Onali
Ha appena fatto ritorno al Museo Capitolare Diocesano, dov’è custodita per un’ottimale conservazione, la Sacra Famiglia nella bottega di San Giuseppe, capolavoro del primo Seicento proveniente dalla chiesa di Maria Santissima Assunta di Serrone, che è stata oggetto di un intervento di pulitura realizzato con i fondi dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica. Consolidata e pulita, la tela consente ora di leggere alcuni dettagli finora rimasti poco visibili. Ne parliamo con Marta Onali, storica dell’arte.
Cosa svela il recente restauro ai visitatori che ammirano la Bottega di San Giuseppe?
“L’intervento effettuato, che ha rimosso una vernice ingiallitasi nel tempo, consente una lettura più chiara di molti dettagli. Ora l’ago e il filo nelle mani di Maria, le aureole dei tre personaggi, le venature del legno, le trame dei tessuti…tutto ci appare nella sua straordinaria qualità. Ma continuiamo a non conoscere l’autore di questo dipinto, certamente un pittore di prim’ordine”
Esatto, anche se da questo restauro qualche elemento nuovo potrebbe emergere
“Innanzitutto, l’opera è molto più leggibile. Poi sulla pialla di san Giuseppe è apparsa una sigla, una “G” maiuscola posta in senso longitudinale”
Che può essere Georges, ma anche Guido…
“Può essere l’iniziale di due tra i principali indiziati, Georges de La Tour e Guido Cagnacci, ma anche qualcosa di diverso da una firma…
di FABIO MASSIMO MATTONI
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