Produttività, l’Umbria retrocede ma l’Unione europea ci finanzierà
Il Rapporto 2021 dell’Istat sulla competitività dei settori produttivi fornisce un quadro informativo dettagliato e tempestivo sulla struttura, la performance e la dinamica del sistema produttivo italiano. Si tratta di un prodotto digitale composto da un e-book e da un’appendice statistica di indicatori settoriali scaricabili dal sito istituzionale Istat che fornisce informazioni a livello macro e micro economico aggiornati al 7 aprile 2021.
Nel quarto capitolo del Rapporto si analizzano gli effetti della crisi su base regionale. La crisi ha prodotto divisioni sul territorio nazionale anche a causa dell’applicazione delle misure di contenimento della pandemia, si individua un indicatore del grado di “rischio combinato”, in termini di imprese e addetti, dei territori.
I risultati confermano come in Italia la crisi tenda ad accentuare il divario tra le aree geografiche: delle sei regioni il cui tessuto produttivo risulta ad alto rischio combinato, cinque appartengono al Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania e Sardegna) e una al Centro Italia (Umbria), mentre le sei regioni classificabili a rischio basso si trovano tutte nell’Italia settentrionale (Piemonte, Liguria, Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Provincia autonoma di Trento).
Spostando l’analisi a un livello territoriale più fine, cioè sui Sistemi Locali del Lavoro, sono riportati degli indicatori di rischio d’impresa da cui emerge ancora una volta il medesimo risultato…
di PAOLA POMPEI
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