Beatrice d’America… atto terzo
Beatrice d’America ritorna…carissima Beatrice, cosa ti ha spinto a rientrare in Umbria?
“In questi tre anni trascorsi in Michigan ho raggiunto gli obiettivi aziendali che il gruppo si era prefissato. Noi italiani presenti siamo riusciti a far vivere la cultura di Umbra Group mettendo al centro la persona, con valori che ne rispettino la dignità ma che promuovano processi, procedure tese a performare l’azienda. L’abbiamo acquisi- ta sull’orlo del fallimento, dopo neanche 18 mesi era profittevole e dopo 3 anni abbiamo ottenuto un EBITDA, cioè ricchezza, superiore al budget, in un periodo in cui il gruppo Umbra ha registrato una contrazione dovuta alla pandemia. L’azienda è andata oltre le aspettative, abbiamo creato un management team che ha abbracciato una nuova cultura ed ora sono pronti ad andare avanti da soli. Ho apportato il mio contributo e ho ricevuto tanto sia nell’aspetto professionale, in quanto ho appreso nuove modalità lavorative, che e a livello personale. Ho incontrato persone importanti per me al lavoro e nella comunità dove ho vissuto”.
Ora sono presenti italiani in azienda?
“No, siamo rientrati tutti per tutelare i nostri lavoratori che, in caso di contrazione del virus, si sarebbero trovati isolati e completamente soli con le famiglie in Italia. Pertanto, finché non saremo coperti dal vaccino abbiamo deciso di non espatriare. I manager italiani e americani sono legati da un rapporto di fiducia e la collaborazione continua a distanza. Il modo di lavorare è ormai consolidato”...
di PAOLA POMPEI
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