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La “trincea sanitaria” perde un combattente. Il dottor Cesare Spadoni va in pensione

Da medico della mutua come il dottor Tersilli ha attraversato tutti i cambiamenti della medicina. “Allora si lavorava con la mente, gli occhi e il cuore. Adesso c’è troppa burocratizzazione”. L’ospedale di Foligno? “Centro prelievi a rischio”.

Il dottor Cesare Spadoni ha lasciato lo scorso 30 giugno la sua lunga attività di medico di base. Un personaggio di spicco della sanità regionale e folignate dove ha iniziato la sua carriera. Persona squisita e sempre disponibile con tutti, per lui i pazienti non sono stati mai numeri ma amici da curare e da consigliare per il meglio. Un professionista serio e preparato che lascia un vuoto nel mondo sanitario di trincea.

Dottor Spadoni, siamo al giro di boa.

“Siamo arrivati. Proprio ieri ho rimesso alla Asl la convenzione dopo 44 anni, oggi faccio il primo giorno di pensione”.

Lei ha vissuto le due fasi: da medico della mutua a quella di medico di base.

“Ho cominciato nel 1976 come il dottor Tersilli, interpretato dal grande Alberto Sordi, quando il servizio nazionale ancora non c’era, con tutti gli enti e le gestioni separate di allora. Poi nel 1979 è stato varato il Servizio Sanitario Nazionale a gestione unica”.

E nasce il medico di base…

“Io però nasco come medico condotto. Era molto bello. Ho cominciato sulla montagna folignate dove c’era una condotta libera a Verchiano. Sono rimasto medico condotto per 13 anni fino a quando questa figura non è scomparsa”. […]

ROBERTO DI MEO

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