foligno-4794291_640

Riordino delle diocesi umbre

Destinatari e protagonisti al tempo stesso

In questo momento così delicato per il nostro Paese e per il mondo intero, la nomina di monsignor Sigismondi a nuovo vescovo di Orvieto-Todi e il destino della Diocesi di Foligno hanno subìto un rallentamento dal punto di vista dell’interesse mediatico. Pochi giorni fa la stampa locale ha riportato alla ribalta l’argomento (articolo di Ilaria Bosi, “Il Messaggero”, 15/04/2020 “Revisione delle Diocesi. Sigismondi ultimo vescovo”), prospettando l’ipotesi di un percorso che porterebbe ad avere un unico vescovo per le due diocesi di Foligno e Spoleto.

Per ora non c’è nulla di ufficiale e non possiamo quindi sbilanciarci. Oltretutto da membri della Chiesa riteniamo di non doverci intromettere in un processo decisorio che seguirà il suo corso e che sappiamo essere comunque orientato al bene. Ma da membri della Chiesa sappiamo anche che il bello di questa appartenenza è l’essere destinatari e protagonisti al tempo stesso.

Così come accetteremo qualsiasi decisione verrà presa, riteniamo di poter esprimere quanto meno un auspicio, che non significa preferenza per l’una o l’altra nomina, difesa di una posizione per campanilismo o per tornaconto. Nulla di più lontano.

Crediamo invece che sia importante sottolineare cosa rappresenta il complemento di specificazione che portiamo nel nome della Testata. È il segno dell’appartenenza a una comunità, il toponimo della città non provincia più popolosa e importante dell’Umbria. È la gioia di conoscere le proprie tradizioni e sapere di poterle accrescere e tramandare. È la forza di poter essere “locali” e immediati nei rapporti interpersonali, globali e aperti al mondo per ciò che riguarda le vie di comunicazione e la fortunata posizione geografica.

Alle spalle una storia antica e ricchissima: dalla mistica di fama internazionale al santo evangelizzatore di queste terre sulla cui tomba è stata edificata la nostra città, dagli uomini di Chiesa conosciuti e apprezzati alle tante persone che con devozione e fedeltà continuano a rendere vivo e fecondo questo territorio. Non ci interessa il potere, l’identità o il riconoscimento di uno status, vorremmo invece continuare a coltivare il terreno sapientemente seminato da chi ci ha preceduto nel tempo e rimanere luogo di storia e di prossimità, di futuro e di relazione, di legami e capillarità: spazio in cui “camminare insieme”. Anche con l’Amministrazione comunale, che non ha nascosto una profonda preoccupazione, pur sottolineando la distinzione dei ruoli e assicurando collaborazione piena e totale con colui che sarà nominato a guidare la diocesi di Foligno.

“Se dall’altezza a cui poggiano le robuste penne dell’Aquila taluno si facesse a rimirare la Valle dell’Umbria, scorgerebbe in mezzo ad Essa a grandi linee scolpita una vaga figura di fiore a siffatte forme e contorni da somigliare una Rosa”. (La Rosa dell’Umbria ossia Piccola Guida Storico-Artistica di Foligno, 1864 – Giuseppe Bragazzi).

La nostra ricchezza è una rosa che continua a fiorire: è ciò che abbiamo e ciò che speriamo.

ENRICO PRESILLA

0 shares

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Skip to content