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In Bhutan non ci sono semafori. Poi c’è Scanzano…

Ci sono luoghi nel mondo in cui non c’è bisogno di semafori. Uno di questi è Thimphu, la capitale del Bhutan, dove le persone fermano la propria vettura senza una luce rossa che glielo obblighi ma per pura responsabilità collettiva. Solamente gli incroci principali sono presidiati da poliziotti che dirigono il traffico. Ci sono veramente luoghi così. Poi c’è Scanzano. A Scanzano c’è un ponte largo 2 metri e mezzo. Lo so bene perché ci passo spesso. Anzi a volte letteralmente non ci passo, una volta ci ho rimesso lo specchietto sinistro della macchina di mia madre. Tuttavia, lo specchietto va considerato come un omaggio alle mitiche entità fluviali che sorvegliano il ponte, una sorta di obolo per il passaggio del fiume. Caronte sta nascosto sotto il ponte di Scanzano, prende lo specchietto retrovisore e ti lascia attraversare il Topinonte. Ma questa è un’altra storia.

Diciamolo una volta per tutte: Scanzano è il vero polo industriale italiano. Snodo ferroviario, caserma e servizi postali di alto livello. Una modifica alla sua viabilità ha quindi spaventato i mercati internazionali, i quali temono un rallentamento dei flussi di capitale, denaro, persone e servizi. La guerra dei dazi tra USA e Cina in confronto è una pagliacciata. Per fortuna, recentemente il ministro delle Finanze Gualtieri ha rassicurato: “Il semaforo potrà portare dei rallentamenti nello scorrimento del traffico della valle del Menotre. In ogni caso, non frenerà l’entusiasmo del popolo di Scanzano e su quello punteremo per tornare grandi in Europa”.

Scanzano non smette di crederci e si è dotata di un semaforo per il suo ponte di Bruclin. Nulla può impedire a Scanzano di sognare: se tutti hanno un semaforo perché Scanzano non può averlo? Quando mi chiedono: “Che differenza c’è tra Scanzano e New York?” Rispondo: “Non saprei, entrambe sono dotate di almeno un semaforo quindi non vedo alcuna differenza”. Nulla può fermare Scanzano. Tranne il semaforo rosso che d’ora in poi detterà legge sulla sua viabilità.

Il semaforo fermerà il traffico per consentire ai pedoni di attraversare il ponte per ragioni di sicurezza. Ponte che solo dagli anni ‘50 in poi può essere definito tale, dato che prima era ad uso esclusivamente pedonale. Una piccola rivincita dei pedoni sulle autovetture. Ciò che è certo è che Caronte aspetta nascosto tra i pilastri del ponte ingordo di specchietti retrovisori, ma accetta anche contanti e carte di credito.

GIACOMO TONI

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