Come ci sono finiti Cristo e Quirino a Stoccolma?
Stavo spulciando fra i libri della ricca biblioteca dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma quando mi sono imbattuto in un volume che ha attirato la mia attenzione. Ad occhio aveva almeno 90 anni ma portati egregiamente, con fierezza e dignità. Era di bell’aspetto nonostante fossero evidenti i segni che il tempo aveva lasciato sul suo corpo. Lo guardai attentamente e lui, austero, ricambiò il mio sguardo solo per un istante. Tuttavia, quell’attimo mi bastò per capire che avevo trovato un nostro concittadino cartaceo. Presi coraggio e gli chiesi: “Ma che sei de Foligno? Come ci sei finito qua a Stoccolma? Vuoi un passaggio a casa?” e lui mi rispose: “Scì che so’ de Fulignu, che n’se sende? Te duvissi di’ come ce so finito qua non lo so manch’io, arporteme a casa cò, daje là!”. Di lì a poco feci ritorno in Italia e durante il viaggio in aereo ebbi modo di conoscere meglio questo vecchio viandante solitario. Il libro “Cristo e Quirino” diceva di appartenere alla penna di Paolo Orano, il quale fu insegnante e poi rettore della facoltà di Scienze politiche presso l’Università di Perugia nei primi anni ‘30. Il libro veniva da un’altra epoca, basti pensare che la prima pubblicazione è datata 1898. Quella con cui ho avuto il piacere di interloquire, invece, è stata l’edizione definitiva e risale al 1928. Il volume è stato pubblicato dall’editore folignate Franco Campitelli. L’editoria Campitelli fu attiva dal 1694 al 1935, tra le varie pubblicazioni spicca quella dell’almanacco Barbanera. Il libro “Cristo e Quirino” tratta il tema delle radici e della diffusione del Cristianesimo, intrecciando la sua storia con il mito della latinità e della cultura occidentale. L’autore, appartenente alla sfera fascista ed antisemita, analizza i motivi per cui il Cristianesimo abbia attecchito maggiormente nella società occidentale piuttosto che in quella orientale. Nella prefazione a cura dell’editore Campitelli si legge: “Il Cristianesimo deve essere studiato nel mondo latino, perché “il terreno del Cristianesimo” è la Romanità”. Mi resi conto di avere tra le mani un volume appartenente ad un tempo lontano ma comunque di gran valore, continuai a conversare con il libro e gli chiesi chi fosse Quirino. Il vecchio volume mi disse che Publio Sulpicio Quirinio fu governatore di Siria e promotore di quello che nel Vangelo di Luca viene definito il primo censimento. L’antico volume continuò i suoi racconti per tutto il viaggio ed io mi svegliai a Roma Fiumicino fresco e riposato. Cristo e Quirino sono dei compagni di viaggio che consiglio in particolare a chi soffre di disturbi del sonno, insonnia e paura di volare.
GIACOMO TONI