“La mia idea di città”
Quattro mesi: da tanto è in carica il nuovo sindaco di Foligno Stefano Zuccarini. Un quadrimestre che costituisce un lasso di tempo sufficiente a tracciare un primo bilancio, a partire dalla presentazione delle Linee programmatiche di mandato della scorsa settimana. In quell’occasione (martedì 8 ottobre) abbiamo incontrato il Sindaco per una lunga intervista.
Buongiorno sindaco. Partiamo dall’analisi delle Linee programmatiche. Quali le priorità tra le azioni elencate in 41 pagine?
Sicuramente il mantenimento della delega sulla Sicurezza in capo al sindaco: un’indicazione precisa della volontà di porre attenzione a questo tema.
Come può un sindaco incidere sulla sicurezza della città?
Ce ne è una grande richiesta. Ci sono criticità ben precise, che creano un forte allarme sociale. Innanzitutto c’è il problema con la comunità rom folignate che ha grosse difficoltà a inserirsi nel tessuto sociale, che vive – molto spesso – di espedienti e di abusivismo edilizio. La nostra Amministrazione sarà una ferma sostenitrice dalla legalità.
Eravamo rimasti allo smantellamento del campo Rom ad opera del sindaco Mismetti con soluzioni alternative per la comunità.
Abbiamo purtroppo preso atto che nel cassetto della precedente Amministrazione giacevano informative circa altri 7 campi abusivi in città. Il problema è molto più ampio di quello che ci hanno lasciato intendere, con abusi edilizi di natura diversa e con problemi di integrazione differenti. Magari di minor entità rispetto a quelli di Sant’Eraclio, dove abbiamo una reale, grande criticità sociale. Dobbiamo intervenire e lo faremo con le azioni a diretta disposizione del sindaco e con il regolamento che contiene la misura dei DASPO urbani. Accanto a questo metteremo in campo ulteriori misure.
Quali?
Sanzioni e, in caso di recidiva, l’allontanamento dalla città come da disposizioni aggiunte nel decreto Salvini. C’è poi il capitolo sicurezza passiva, con la videosorveglianza e un nuovo approccio al tema: saremo con i cittadini che lamentano questo tipo di problemi. Sulla base del TUEL la videosorveglianza è uno degli strumenti a disposizione dei sindaci e deve essere messa in rete sulla base di un progetto specifico. Inutile installare cento telecamere senza metterle in rete, senza sapere chi possa controllarle. Puntiamo ad averne ad alta definizione nei punti nevralgici della città, con individuazione automatica delle targhe e collegate alle Forze dell’Ordine. Se entra un’auto sospetta è possibile saperlo subito, gestendo gli accessi principali.
C’è poi la partita dell’edilizia scolastica. Cosa ne sarà del progetto di polo scolastico all’ex Foro Boario?
Dobbiamo ripensare la collocazione del Polo scolastico, anche in funzione della viabilità e della capacità da parte dei cittadini di raggiungere le scuole in centro storico. Per questo molto utile sarà lo strumento del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) messo in campo dai nostri predecessori, attraverso la sua rimodulazione. Uno strumento che sta ridisegnando la viabilità cittadina, gli assi di penetrazione e le mappe di ingresso della città. Dunque dovremo valutare la soluzione del polo scolastico anche sulla base di queste novità. La zona sicuramente ha dei vantaggi ma è un’area estremamente congestionata, lo vediamo tutti i giorni. Perciò occorrerà trovare soluzioni di viabilità particolari.
Un tema che non possiamo non citare è quello dell’ex Zuccherificio, assente nelle linee programmatiche.
La situazione è estremamente complessa dal punto di vista della progettualità e delle cause legali in corso, ben undici. È stata trascurata per anni, con la mancata approvazione dei progetti, la scadenza dei piani attuativi. Tutta una serie di conseguenze che noi ereditiamo. Non da ultima quella dell’accordo transattivo sottoscritto da Coop e Comune di Foligno (in assenza di Gabrielli, che ne è rimasto fuori) con scadenze e una road map che impongono riflessioni e che dovremo negoziare con COOP per capire meglio. Una zona il cui assetto è strategico per la città.
Un argomento affine a quello della revisione del Piano regolatore generale.
Dopo 22 anni la città ha bisogno di un nuovo Prg, quello vigente presenta grandi lacune. Ne cito una su tutte, paradigmatica: i famosi ‘Ambiti’, che dovevano essere un motivo di sviluppo e si sono rivelati un fallimento. Le linee guida prevedono la tendenza al recupero del territorio e quindi, per quanto possibile, la ristrutturazione piuttosto che l’espansione edilizia. Questo consentirà di evitare il consumo della zona agricola di pregio a sud della città, già abbondantemente compromessa dal vecchio prg.
Mappe di allagabilità: è vero che è in corso la loro ridefinizione?
Le mappe esistenti non sono più attuali; inoltre sono previste opere di messa in sicurezza con vasche di contenimento da realizzare a nord, nell’area del Comune di Spello. Lavori non eseguiti dall’Amministrazione spellana e che, a quanto ci risulta, la passata Giunta Regionale (e ci auguriamo anche la nuova) era intenzionata a far rispettare, anche con poteri sostitutivi. Questo potrebbe cambiare completamente anche gli assetti del Prg perciò occorrerà attendere.
Nel documento si parla di brand turistico folignate. Da dove partirete?
A Foligno il capitolo Turismo è all’anno zero. Mancano indicazioni stradali, cartellonistica, non c’è un ufficio strutturato all’altezza delle potenzialità della città. Questa è la realtà. Lo potenzieremo con personale e dotazione tecnologica, mettendo in rete le realtà cittadine ed aggregandoci a quelle del circondario, coordinando le manifestazioni sul territorio per evitare sovrapposizioni. La valorizzazione di percorsi museali e dei nostri palazzi storici attualmente è un po’ lasciata al caso.
La ‘partita’ delle ex Ogr sembra lasciata indietro: è persa o c’è ancora qualche speranza?
No, tutt’altro: però sono realtà che non appartengono alle nostre capacità decisionali. Con logiche di sviluppo che fanno capo ad aziende che hanno poco o nulla a che fare con il territorio. Per fortuna Trenitalia le sta valorizzando con la manutenzione della serie di quattro nuove tipologie di treni (tra cui i Jazz) che garantiranno per almeno venti anni una stabilità occupazionale. Tocca a noi ora adeguare la viabilità per consentire un diretto collegamento dello stabilimento alla rete nazionale: i flussi in ingresso e in uscita saranno deviati con rampe di accesso dedicate previste nel PUMS.
Infine: è vero che c’è una lista d’attesa infinita per parlare con lei?
La cosa bella e positiva è che il sindaco è richiesto dalla città perché la vive, non è chiuso nel palazzo. Mi piace incontrare le persone e questa disponibilità ha scatenato la legittima aspettativa di molti cittadini, che cerchiamo di soddisfare nei limiti delle mie possibilità. Il fatto che la gente voglia venire a parlare con me è una nota di merito, un segno di ripresa della fiducia e del dialogo con l’istituzione comunale, cosa che crediamo sia mancata in questi anni.
FEDERICA MENGHINELLA