È partito democratico. Ora è fermo ai box
Per ora i candidati sindaci sono cinque. In ordine alfabetico: David Fantauzzi (Movimento 5 Stelle), Cristiano Giustozzi (CasaPound), Luciano Pizzoni (PD, Foligno in Comune, Foligno Soprattutto, Patto x Foligno, Foligno 2030), Stefano Stefanucci (Impegno Civile) e Stefano Zuccarini (Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia). Candidature ufficializzate da un po’ sulle quali non ci soffermiamo perché a vario titolo già trattate. Quella di Luciano Pizzoni invece è arrivata pochi giorni fa. C’era grande attesa per il nome su cui avrebbe puntato la supercoalizione dopo la chiusura di un ciclo lungo 20 anni, come affermato dallo stesso Mismetti anche attraverso queste pagine. Il detentore del titolo quando ricomincia una competizione sportiva ha tutti gli occhi puntati addosso, lo stesso vale per il PD cittadino, depositario di una lunga e significativa tradizione politica e di governo. Senza nulla togliere all’ingegner Pizzoni (che, al pari di tutti gli altri contendenti, ha sicuramente le qualità per meritarsi l’investitura), pare proprio che prima di lui in molti abbiano manifestato la propria indisponibilità ad accettare una candidatura. Altrettanti hanno invece cercato in ogni modo di ottenerla, soprattutto chi negli ultimi anni ha rivestito ruoli di primo piano all’interno dell’Amministrazione uscente. Tra questi ci sono bocciature che lasciano perplessi in quanto contraddittorie: si rimarcano gli straordinari risultati ottenuti e poi si alza la paletta rossa per chi ha contribuito a ottenerli? Diciamo che ci sfugge qualcosa… Insomma, molte fughe verso l’esterno tra i corteggiati e tanti tentativi di fuga all’interno tra i non desiderati: un altro cortocircuito. Qualche giovane idealista attirato dai movimenti pseudo-civici (che fioriscono per tre mesi ogni cinque anni) ha raccontato di raggruppamenti organizzati dall’alto e con personaggi noti dietro le quinte, pronti a riconquistare il proscenio con le prime luci della ribalta. Situazione denunciata pubblicamente attraverso Facebook da un esponente storico del PD cittadino, che ha parlato senza mezzi termini di mancanza di democrazia, di “armata Brancaleone allo sbando”, di una “candidatura autorevole” fatta naufragare e di un candidato sindaco “proposto dal PD occulto”, del fatto che eserciterà “il proprio diritto di non andare a votare”. Sappiamo che l’argomento che stiamo trattando è pruriginoso, che molti storceranno il naso e che altri lo strumentalizzeranno, che addirittura per qualcuno l’unico problema è chi denuncia il problema: pari a zero il nostro interesse per tutte queste reazioni. Non perché siamo menefreghisti o altezzosi, cerchiamo solo di raccontare la realtà senza ordini di scuderia. Non siamo né dalla parte di Atene (che piange), né da quella di Sparta (che comunque non ride). Prima ancora delle smentite d’ufficio e delle repliche virginali di chi vorrebbe convincerci di cadere dalle nuvole perché in sella a un asino volante (pardon, a un unicorno bianco, noblesse oblige!), ci piacerebbe che il sorriso tornasse, una volta tanto, alla nostra città.
ENRICO PRESILLA
UNA LISTA PRIMA LI FOLIGNATI, NON CI STAREBBE MALE.
Foligno storicamente dopo i Trinci, é stata una città di fazioni e quartieri polemicamente e in costruttivamente l’uno contro l’altro al punto che si doveva nominare un Podestà che governasse la città ogni sei mesi.
L’orizzonte cittadino raramente ha travalicato il monte Subasio.
Nessuno in questi secoli ha mai tentato di costruire una unità, un senso di appartenenza che facesse sentire TUTTI i Folignati orgogliosi di esserlo. Non credo sia una caso. Foligno ha potenzialità temibili se ben fruttate.
Stà di fatto che il giochino è sempre riuscito e ancor oggi TUTTE le forze politiche cittadine si combattono senza esclusone di colpi senza neppure cercare ciò che potrebbe unirle.
Ipotizzare una collaborazione a livello locale tra le “sinistre” e le “destre” sembra una sciocchezza come se organizzare meglio la raccolta dalla spazzatura fosse condizionata dalla ideologia di chi governa e non invece solo dalle capacità di chi è chiamato ad organizzare il servizio di destra o sinistra che sia.
La sola ipotesi di sceglie i più capaci prescindere dalle ideologie è vista come irrazionale e impossibile a priori.
In realtà molti altri interessi economici girano attorno alle decisioni della Giunta.
La raccolta delle immondizie è una decisone secondaria per molti politici chiamati a rappresentare ben altri e rilevanti interessi.
Qui il vero problema che giustifica i mancati accordi trasversali.
La politica cittadina è il terreno di “altro”, non degli interessi esclusivi dei cittadini, ma della gestione dei fondi del bilancio comunale (che montano a diverse decine di milioni di euro) e di decisioni a forte rilevanza economica che sono in ballo e dipendono dalla benevolenza della giunta al governo.
I cittadini non sanno o se preferite, non sono informati e votano convinti di scegliere il sindaco migliore per loro.
La situazione sembrerebbe senza via di uscita, perché informare la gente e acquistare fiducia non è facile in chi TIFA per il proprio partito, come quando un amico ti dice che tua moglie ti tradisce. Non è possibile si pensa subito e si litiga con l’amico che ha avuto l’ardire di pensare una cosa certamente non vera
Manca nella NOSTRA città una personalità super partes che possa rappresentare un punto di equilibrio per tutti e rompa questo giro di interessi occulto che ormai si trova dappertutto. Se non hai una raccomandazione non hai scampo.
Riuscire a tornare nella normalità, direi ,senza timore che cambiando il governo cittadino ci siano vendette e il metodo resti inalterato sebbene a parti invertite.
Forse uno straniero fuori dagli interessi locali, come avveniva nei Podestà 500? Oppure forse è meglio che la città maturi coi suoi ritmi, lasciando che le cose vadano per il loro verso e maturino senza strappi per non creare forzature. Francamente non saprei dire.
ceci.cse@gmail.com Giampaolo Ceci