Sveglia all’alba e poi di corsa: le runner dell’Atletica Winner
La sveglia suona alle 5,30 della mattina quando d’inverno è ancora tutto buio e tutto tace. Si alzano, qualcuna non mangia niente, altre prendono un caffè al volo o un cucchiaio di marmellata o una banana o una barretta energetica. Si vestono e calzano le loro scarpe da ginnastica per arrivare puntuali alle 6,15 sul ponte di porta Firenze e partire per una corsa che ormai è diventata inarrestabile e “contagiosa”. Questo è il risveglio delle donne “runner” della società Atletica Winner di Foligno. Tre incontri a settimana per correre in mezzo alla natura o lungo le strade della città con l’obiettivo di divertirsi, sentirsi in forma, stare bene e, se possibile, partecipare anche a qualche gara. La loro presenza nell’Atletica Winner è cresciuta nel tempo fino ad arrivare a rappresentare un fenomeno unico nel panorama nazionale: un terzo degli iscritti sono donne mentre nelle varie società d’Italia si parla di un 10/20% di presenze femminili. Ma quali sono state le carte vincenti che hanno permesso a Foligno di guadagnare questo primato? A raccontarcelo sono quattro donne che ho avuto il piacere di intervistare insieme al presidente dell’Atletica Winner Gian Luca Mazzocchio: sono Roberta Fusaro, Laura Marcantoni, Paola Santarelli, Federica Speranza. “Dal non troppo lontano 6 aprile 2016, che vedeva 8 persone pronte a partire dal ponte di porta Firenze, siamo arrivati oggi a un gruppo portante di circa 120/140 runners su un totale di 600 podisti. Molti sono corridori della domenica o che fanno un paio di gare l’anno. Ma tutti partecipano attivamente anche alle varie attività della società come seminari o eventi di beneficenza – ha precisato Mazzocchio -, all’inizio le donne che correvano erano pochissime e molto competitive. Quello che mancava era l’idea di divertirsi e stare bene insieme per il puro piacere di correre. Così è nata l’idea di coinvolgere le donne puntando sull’obiettivo di migliorare il benessere della persona e dare un valore aggiunto alla società con la presenza femminile”. E l’idea è stata vincente! Tanto che, durante una corsa in salita, è nato anche il simpatico e apprezzato slogan “salisudaeseisoda” dedicato alle donne runner dell’Atletica Winner. “Ci siamo sentite accolte come in una famiglia – hanno raccontato le podiste intervistate -: entrare a far parte del gruppo ci ha regalato una sensazione di serenità e piacevolezza perché tutti corrono per il piacere di fare sport e divertirsi senza pensare alla competizione. Ognuno si muove secondo la propria andatura e le proprie capacità fisiche. Tra l’altro, per affinità si trova sempre qualcuno con cui condividere la corsa, che è anche un momento in cui si può parlare e ci si può confrontare su alcuni argomenti. Un altro valore aggiunto di questa iniziativa è dato dall’orario che, seppur impegnativo (per il risveglio), mette d’accordo tutti perché non va a gravare né sulla gestione della famiglia né sul lavoro”. Dopo la corsa, infatti, le podiste (età media 40 anni) tornano a casa, si fanno la doccia, fanno colazione e, “come nuove”, per le 8 sono pronte ad iniziare la loro giornata cariche di energia, grinta e positività. Così, per Laura la corsa diventa “un’ancora di salvezza”, per Paola “è lo sport che la rende più felice”, Federica l’ha “resa più forte e consapevole dei propri limiti, rafforzando” la sua persona, Roberta ha visto “accrescere l’autostima” vivendo la corsa come una sfida con se stessa a “fare sempre meglio e a dare sempre il massimo, indipendentemente dai risultati”. “Una donna potrebbe scegliere questo sport – mi hanno detto le podiste intervistate – perché ti fa sentire libera e felice, perché ti fa stare bene fisicamente e mentalmente, inoltre trasmette una grande carica di energia positiva che permette di affrontare meglio tutti gli impegni del vivere quotidiano”. “Da una ricerca dell’Istituto Piepoli di Roma – ha raccontato Mazzocchio – emerge che per ogni euro speso nella pratica della corsa c’è un risparmio di 3 euro nella spesa medica in genere. Inoltre, su 10 mila runner intervistati risulta che l’85% fa la raccolta differenziata, contro l’80% di chi non pratica la corsa”. In conclusione, dall’esperienza di Mazzocchio e delle podiste intervistate, emerge che la corsa ti rende più forte e ti fa stare meglio, ti induce ad alimentarti meglio e ti fa riposare meglio. Ti insegna ad affrontare la fatica e a superare gli ostacoli, a rispettare gli orari e i tempi stabiliti. La corsa ti fa apprezzare di più l’ambiente che ti circonda perché lo vivi, con la fatica e il sudore, passo dopo passo, senza compromessi. Così, anche le piccole cose, un bicchiere d’acqua, il profumo della natura, un paesaggio o un raggio di sole che taglia la nebbia e arriva a riscaldarti, acquistano un valore straordinario. Si apprezza di più la vita e si rispetta di più la propria persona, gli altri e l’ambiente. “Grazie alla corsa e all’impostazione che abbiamo voluto dare al nostro gruppo di corridori – ha concluso Mazzocchio – credo che abbiamo creato un fenomeno capace di selezionare brave persone”.
MAURA DONATI