Il Presepe non è in discussione. Cosa succede a Terni e Sant’Eraclio
L’interrogativo finale di Enrico Presilla nel suo editoriale del 25 novembre sul ruolo dei cattolici nella prossima stagione politica mi offre l’occasione non tanto per identificare il loro orientamento nelle prossime tenzoni elettorali, ma per sottolineare il ruolo che esercitano di fronte ad un argomento di “poco conto” come quello che in questi giorni si fa strada tra le pagine di qualche foglio locale e nazionale: “Perché e a chi il Presepe dovrebbe dar fastidio?”. A ben guardare, l’argomento del Presepe è solo apparentemente di poco conto e marginale nel sentire religioso del cattolico. Perché il Presepe non è un simbolo, ma il contenuto della fede del cattolico, alla stessa stregua del Crocifisso e della Risurrezione. E allora di fronte a quell’immagine di gesso posta nella mangiatoia il cattolico non solo non può essere indifferente ma deve prendere posizione per pronunciare il suo credo. In che modo?
I fatti parlano. In una scuola primaria di Terni la dirigente scolastica, tale Elisabetta Mascio, ha negato l’organizzazione di un Presepio vivente con protagonisti i bambini. Con la motivazione che “disturba le altre culture religiose” o in altre parole “il Presepio a scuola è vietato perché disturba i piccoli alunni delle altre confessioni”. Scatenando una catena di polemiche. Non vogliamo accentuarle con scontati distinguo tra i supporter e i contrari al Presepe a scuola. Su due punti però non si può tacere. Il primo è l’ inaccettabile silenzio dei cattolici sulla vicenda. Non una parola da parte di quelli impegnati nel sociale, negli oratori, nelle Ong , nell’associazionismo. Totale silenzio delle autorità religiose, da quelle centrali alle periferiche. Non un accenno sui giornali cattolici nazionali e locali (a Foligno si è salvata la Gazzetta con un ottimo intervento di Luciano Cicioni nella sua nota rubrica umoristica “Le Zanzare”). Nessuna voce dai cosiddetti intellettuali cattolici, con l’eccezione, molto apprezzata, del sociologo ternano Luca Diotallevi che in un articolo sul Corriere dell’Umbria si è chiesto: “A chi dovrebbe dare fastidio il Natale?”. Silenzio assordante dei sindacati ad ispirazione cattolica. Nessun intervento dei dichiarati cattolici in politica che siedono sugli scranni parlamentari, regionali e comunali. Hanno invece preso posizione personaggi politici – e questo è il secondo punto – di non dichiarato orientamento confessionale. Il consigliere leghista al comune di Terni David Maggiora ha dichiarato: “Porterò con me il presepe e lo esporrò in ogni seduta del consiglio comunale, invito gli altri consiglieri a fare lo stesso, poi se qualcuno ‘si disturba’ sarà un problema suo. Il presepio rappresenta le nostre radici cristiane di cui siamo orgogliosi”. Gli fa eco su Facebook la collega di partito e di scranno, Valeria Alessandrini, che di fronte alla negazione della recita natalizia e del Presepe vivente ripropone lo schema della contrapposizione tra culti religiosi diversi e il rischio di perdere le proprie radici per rispettare le culture altrui. Termina chiosando: “Rispettare chi professa altre religioni non significa dover rinunciare per forza alle nostre radici. Anzi. Solo rispettando quello che siamo stati e, quindi, quello che siamo, riusciremo a far capire agli altri che ognuno è libero di professare la propria fede, ma è anche tenuto a rispettare la storia e la cultura del paese dove vive”. Parole che anche la nostra dirigente scolastica verosimilmente conosce, così come non ignora le parole del letterato Thomas Eliot: “Se il Cristianesimo se ne va, se ne va tutta la nostra cultura, e allora dovremo attraversare molti secoli di barbarie”. La vicenda di Terni è rimbalzata anche al governo, ove lo stesso Salvini l’ha bollata laconicamente come “un’ennesima idiozia”. Parole che avremmo gradito essere state pronunciate da un esponente dichiaratamente cattolico. Dal mondo cristiano ci viene invece una bella conferma sul valore del Presepio con una iniziativa di Don Luigi Filippucci che nella parrocchia di Sant’Eraclio ha promosso la “Rassegna dei Presepi: Nascere 2018”, enfatizzando il binomio “Nascere=Presenza”. Dalla scuola primaria di Terni qualcuno dovrebbe allora passare per Sant’Eraclio.
MARIO TIMIO