“La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”
L’Amministrazione Comunale della città ha onorato come sempre i folignati caduti nella Grande Guerra con una corona di alloro che è stata posta il 2 novembre sul sacrario all’ingresso del Duomo. Ciò è stato fatto senza dare particolare risalto al centenario della Vittoria di Vittorio Veneto, per altro unica e vera vittoria tota nostra, insieme a Legnano e a Lepanto, nella storia medioevale e moderna del popolo italiano. La corona di alloro, però, è stata già rimossa alle 8,30 dell’8 novembre da un’addetta del Comune. Tanta non nuova tempestività nel rimuovere la corona sconsacra il luogo per altro privo di altre vestigia di culto e di pubblici onori. La presenza attuale di un cespuglio di crisantemi nella fioriera è opera venti giorni fa di un privato. Questa, altresì, era stata fino ad allora ridotta a cestino dei rifiuti ricolma di cicche, pacchetti di sigarette e tappi di birre per lo più ad opera di stranieri che sono soliti bivaccare in quel luogo e lasciare ai piedi delle lapidi dei caduti tracce del genere della loro sosta. Nell’Italia di oggi i giovani non fanno più il servizio militate, abolito in modo plebiscitario da 20 anni, anche se ancora l’articolo 52 continua a recitare che: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino” ed è questo l’unico luogo in cui il termine “sacro” è usato nella pur laica nostra Costituzione. Le festività del 2 e 4 novembre sono state soppresse 40 anni fa dal cosiddetto “governo di solidarietà nazionale” ed anche in modo conseguente a tutto ciò il popolo progressivamente è stato sostituito da popolazione e la Patria da paese nell’uso corrente della lingua. A Foligno, inoltre, il Duomo da due anni è inagibile e, privo di onori e oltraggiato il sacrario ai caduti, è sconsacrato il cuore della città che automaticamente cessa di essere tale. Questa, senza intenti polemici più di quel tanto, vuole essere una segnalazione, oltre che all’Amministrazione Comunale, ai cittadini stessi e alle forze dell’ordine affinché per il rispetto di sé coi fatti si dimostri di non ritenere “normale” che il sacrario dei folignati caduti nella Grande Guerra sia considerato un muro come un altro dove appoggiare la bicicletta.
IVO PICCHIARELLI