“Chiesa, sei giovane?” A Foligno la risposta è: sì!
Seimila giovani da tutto il mondo. In centocinquanta solo da Foligno. Con l’assemblea diocesana appena alle spalle, la diocesi di Foligno si afferma una Chiesa “giovane”. Sabato 6 ottobre, a Roma, nell’aula Paolo VI, papa Francesco ha voluto incontrare una seconda volta, dopo l’esperienza di marzo scorso, i giovani, ascoltando le loro voci, i loro sogni e i loro interrogativi. “Il papa ha sempre la parola pronta, è proprio giovane!”, ha esclamato Elena, una dei ragazzi che con la sua parrocchia ha partecipato a “Noi per. Unici, solidali e creativi”. “L’incontro di oggi” – ha aggiunto poi David, seminarista della diocesi, “ci ha ricordato quanto sia importante scegliere la via della comunione e dell’accoglienza, anche se questo significa morire un po’ a se stessi”. E così ha ribadito anche un altro ragazzo, Francesco: “Mi hanno molto colpito le testimonianze che abbiamo ascoltato, soprattutto per come ci sono state descritte le diverse esperienze di conversione verso Dio”. Un incontro, dunque, di riflessione e di incontro, in cui al centro, però, c’è stato soprattutto l’ascolto dei giovani che al papa hanno rivolto domande ben precise sulla coerenza nella vita, sul rapporto con il potere, sull’uso del web e sulla disuguaglianza politica. Ma a queste il papa non ha voluto rispondere: “Le risposte le daranno i padri sinodali. Se io dessi le risposte qui, annullerei il Sinodo! La risposta deve venire da tutti: dalla nostra riflessione, dalla nostra discussione e, soprattutto, devono essere risposte fatte senza paura”. E la pastorale giovanile ha accolto l’invito: “Con l’assemblea diocesana, abbiamo visto la difficoltà a camminare tutti insieme, soprattutto con le aggregazioni laicali”, spiega il direttore della pastorale giovanile, Michele Tufo. “Ora, però, dobbiamo imparare ad accompagnare e a indirizzare i giovani lungo il loro cammino, affiancando loro adulti e sacerdoti consapevoli e in grado di proporre una nuova forma di evangelizzazione, che usi nuovi linguaggi e nuovi metodi. Centocinquanta giovani, studenti universitari e lavoratori, famiglie, sacerdoti e suore, che partono dalla nostra diocesi per andare a Roma dal papa, sono il simbolo di una diocesi che è giovane e noi non possiamo deludere i nostri ragazzi”. La Chiesa, infatti, – ha ammonito il papa durante l’incontro – “non può leggere le beatitudini e poi cadere nel clericalismo principesco: la Chiesa deve prendere le beatitudini in mano e metterle in pratica per non cadere in una forma di perversione malata”.
ANNAMARIA BARTOLINI