Amministrative: harakiri PD
Due settimane fa, al primo turno delle elezioni amministrative, avevamo evidenziato come l’ondata leghista in Umbria fosse stata arrestata in alcuni casi da un centrosinistra affermatosi come forza di buona amministrazione o come alternativa credibile e sensibile all’ascolto cittadini. Avevamo anche messo in luce tutti i limiti del litigioso e autoreferenziale centrosinistra umbro, pienamente svelati dal turno di ballottaggio per l’elezione dei sindaci di Terni, Spoleto e Umbertide. Iniziamo da Terni, dove il centrosinistra era fuori dal ballottaggio, che vedeva fronteggiarsi Leonardo Latini del centrodestra e Thomas De Luca del Movimento 5 Stelle. Con un’affluenza ferma al 47,49%, Latini si aggiudica la fascia tricolore con il 63,4% dei suffragi, aprendo le porte ad una giunta a forte connotazione leghista dopo gli scandali della passata amministrazione, le divisioni del PD e la crisi di una città industriale in cui la Lega si è dimostrata il nuovo partito degli operai. A Spoleto, dove Umberto De Augustinis del centrodestra si opponeva a Camilla Laureti del centrosinistra apparentata con l’ex vicesindaca di centrodestra Maria Elena Bececco sostenuta da liste civiche, il ribaltone è solo sfiorato: De Augustinis intercetta alcuni voti dei sostenitori della Bececco e vince con il 50,3% dei voti, 7.987 in termini assoluti, solo 86 in più della sfidante che rischia l’impresa ma mostra un PD in piena crisi d’identità, avendo candidato a sindaco un’ex assessora della giunta di centrodestra, apparentata al ballottaggio con la vicesindaca della stessa giunta. Ma è a Umbertide che il PD rimane vittima della “tempesta perfetta” che ne decreta il suicidio politico. Con un’affluenza insolitamente alta (65,18%) gli umbertidesi danno il pieno di consensi a Luca Carizia del centrodestra, che vince con un sonoro 62,5% su Paola Avorio del PD, che non intercetta neanche metà dei suffragi andati al primo turno a Marco Locchi, ex sindaco PD sfiduciato dal suo stesso partito. Nell’ex roccaforte rossa sulle rive del Tevere, la Lega conterà su 10 dei 16 consiglieri grazie alle congiure di palazzo che hanno interessato il PD ma anche ai veleni degli ultimi anni sulla costruenda moschea. Una sinistra che ha perso l’anima popolare, unico vero antidoto al populismo, è destinata ad un inevitabile fallimento di fronte ad un’eterogenea maggioranza trasversale che si pone l’unico obiettivo di “cambiare”.
FABIO MASSIMO MATTONI