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Stop alle questioni individuali, Foligno ha bisogno di coesione

È passato un mese dalle elezioni che hanno cambiato il quadro politico italiano ma anche di Foligno. Per guardare avanti, occorre riflettere con attenzione su quanto è successo. Innanzitutto il Pd e il centrosinistra devono guardare la realtà: abbiamo subìto sconfitte gravi in Europa, in Italia, in Umbria e a Foligno. E da qui bisogna ripartire. Nel risultato negativo del 4 marzo ci sono stati errori ma soprattutto domande alle quali non abbiamo saputo dare risposte adeguate: il lavoro, il disagio sociale, un progetto di società che dia speranza per il presente e per il futuro. Ci sono questioni più complesse di dimensione mondiale ed europea che vanno interpretate senza pensare a scorciatoie. Il voto è simile a Foligno, come in altre città italiane, ma anche a Parigi, Berlino e Vienna. Sono convinto che per il Paese e per Foligno la sinistra e il centrosinistra siano una grande risorsa. Con umiltà ed orgoglio, richiamandoci alle nostre storie, bisogna mettere da parte le questioni individuali e personali. Il segretario dell’allora Pci, Enrico Berlinguer, sottolineava: “Da soli non si va da nessuna parte, solo uniti ci si salva”. Che cosa si prospetta per Foligno? Dobbiamo avere la forza del confronto coinvolgendo i cittadini per un progetto della nostra comunità che sappia utilizzare al meglio quello che si è riuscito a costruire in questi anni. La città è stata riqualificata, è diventata centro di attrazione per l’intero territorio regionale anche per la molteplicità delle iniziative culturali che abbiamo saputo proporre. Il filone del turismo ha avuto un grande impulso sfruttando l’adeguamento delle infrastrutture, grazie al nuovo tracciato della 77, che ha aperto un fronte importante, reciproco, tra Umbria e Marche. È indubbio che si è mantenuta una tenuta sociale della nostra comunità, nonostante le difficoltà economiche e di bilancio. Ma non basta più una buona amministrazione. Ci vuole un progetto che partendo dalle fasce deboli della popolazione (giovani e non solo) punti sulla centralità del lavoro che rappresenta non solo un fattore economico ma di dignità della persona. È tempo che si porti a conclusione il rapporto tra la città e i Comuni dell’area vasta per politiche di sviluppo di servizi ma che si apra ad aggregazioni più ampie guardando oltre i confini regionali (vedi le Marche). Ci sono prospettive importanti per quanto riguarda l’innovazione utilizzando al meglio i fondi dell’Unione Europea. Bisogna aprire una nuova stagione di protagonismo e centralità dei Comuni invertendo anni di politiche di riduzione di risorse e di appesantimento burocratico che spesso impedisce e blocca iniziative di crescita e di sviluppo. C’è bisogno di uno sforzo straordinario a livello centrale per ridare autonomia finanziaria agli Enti. Foligno ha una sua dimensione e ruolo: bisogna coinvolgere tutti perché con la coesione politica ma anche sociale la città potrà vivere nuove prospettive.

NANDO MISMETTI, Sindaco di Foligno.

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