Il caso Frecciarossa. Parlano i sindacati: “Così non va”
Assalto al Frecciarossa. Sembra il remake di un vecchio film. Invece non è altro che la polemica innescata dopo la richiesta, che è stata fatta dall’Umbria, per avere un collegamento con l’Alta Velocità, cosa necessaria per raggiungere innanzitutto il resto della Penisola e le grandi città del nord, Milano in primis. Ma la sua eventuale partenza da Perugia alle prime luci dell’alba (ore 5,15) ha di già scatenato polemiche dal resto della regione che rimane, secondo l’accusa, tagliata fuori. Su questo argomento vogliamo dar vita a un dibattito aperto, ovviamente, a tutti i contributi. Iniziamo con le considerazioni di due esponenti di spicco del sindacato.
MARIO BRAVI, PRESIDENTE REGIONALE DELL’ISTITUTO RICERCHE ECONOMICHE E SOCIALI (IRES) DELLA CGIL.
“Il Frecciarossa, così come è stato progettato, non serve nemmeno a Perugia. Non ha infatti senso avere solo qualche fermata in meno per collegarsi all’alta velocità. Quello che serve all’Umbria e al territorio è, invece, affrontare seriamente un nodo irrisolto da decenni che è il raddoppio della linea Orte-Falconara. Questa, secondo me, è la priorità vera. E mi spiego: siccome a Foligno c’è il polo aeronautico dell’Umbria che è una delle poche realtà che, in questa crisi devastante, ha resistito anche con segnali di crescita tra Oma, Umbra Cuscinetti e Ncm, bisogna ragionare anche in termini complessivi sul flusso delle persone e del trasporto delle merci. È evidente, quindi, che la Orte-Falconara è la priorità vera. La questione del Frecciarossa è solo uno spot elettorale e credo che non risponda ai bisogni veri della mobilità, né delle persone né tantomeno delle merci. E dal mio punto di vista è un obiettivo sbagliato”.
Oltre alla Orte-Falconara cosa manca come collegamenti?
“C’è una grossa carenza infrastrutturale dell’Umbria che è un dato storico: manca una visione d’insieme. Faccio un esempio: Foligno, per la sua collocazione geografica, ha svolto e svolge una funzione di importanza strategica regionale per i collegamenti. È inutile cercare altre soluzioni che ritengo siano discutibili. Anche il cambiamento del tracciato Orte-Falconara, di cui qualcuno parla, non serve proprio. Serve invece qualificare e potenziare le strutture che già esistono anche perché le risorse a disposizione per progetti faraonici non ci sono più”.
C’è anche la questione irrisolta della piastra logistica.
“Appunto. Penso che Foligno non a caso ha avuto anche nella storia la sede della Camera di Commercio in quanto città centrale con un sistema viario importante come la ferrovia, la Flaminia, il collegamento con le Marche, l’aeroporto. Un territorio dunque a vocazione legata ai trasporti e di conseguenza anche logistica. Quindi deve svolgere una funzione integrata per il sistema regionale dei trasporti. E il ritardo della piastra logistica è decisamente gravissimo. Per non dire peggio”.
PIERPAOLA PIETRANTOZZI, SEGRETARIA TERRITORIALE DELLA CISL
Partiamo dalla piastra logistica.
“Si è persa una grande occasione per Foligno. Resta tutto appeso, eravamo rimasti ad un Consorzio che poi aveva avuto delle imprese con problemi che ne hanno rallentato l’iter. C’è stata una modifica del progetto iniziale e poi non abbiamo avuto più notizie. A me sembra una di quelle situazioni che, purtroppo, in Italia restano stranamente nel Limbo e ciò che sta accadendo è una grande perdita per questo pezzo dell’Umbria come elemento di sbocco per un vasto territorio regionale. È chiaro che la Piastra logistica aveva una valenza importantissima per lo sviluppo del trasporto ferroviario e la movimentazione di merci. Aver rivisto il progetto, a quanto pare, solo per quello su gomma è una grave limitazione”.
Parliamo del Frecciarossa.
“Sicuramente l’Umbria è una regione tagliata fuori ed è essenziale spingere per avere un trasporto ferroviario diverso e moderno. Obiettivamente mi sembra quasi assurdo che noi ci troviamo ai margini di altre realtà che godono di situazioni migliori dal punto di vista del trasporto. Ora il progetto che era nato e che prevedeva la stazione Media Etruria poteva essere una soluzione che però ho sempre reputato parziale perché, comunque, non dava una risposta al territorio umbro. I cittadini si dovevano attrezzare con i pullman e con altri mezzi per raggiungere quella stazione. Una soluzione tampone, in ogni caso. Quello che è venuto fuori adesso e cioè di andare a trattare con Trenitalia modalità di orari che possano permettere il transito di Frecciarossa nella nostra regione è sicuramente un’idea buonissima. Però dentro questo ragionamento è necessario innanzitutto eliminare il concetto di campanilismi e provincialismi. Bisogna dunque portare a casa un progetto che serva la Regione in tutte le direttrici che vanno da Orte a Perugia e poi chiaramente all’Umbria del nord. Ora la vicenda, per come è stata impostata e per come viene letta sui giornali, mi fa un po’ sorridere perché mi sembra sia nata la solita guerra tra poveri. Dobbiamo invece considerare che una scelta di questo genere non può che prescindere dal numero di passeggeri e quindi dall’economicità del servizio. Prima di un ragionamento intorno alle varie rivendicazioni sulle fermate, bisogna invece fare una attenta valutazione di quelle che sono le potenzialità e quindi di ritorno economico per un servizio intelligente. In definitiva prima di discutere ‘Lo voglio io, deve partire di qua o di là’ bisogna mettersi tutti, quelli che hanno esigenze territoriali, quindi parlo di sindaci, assessori e via dicendo, intorno a un tavolo per capire veramente cosa serve all’Umbria con questa nuova modalità di trasporto. Ci vogliono proposte intelligenti nel senso che prima dobbiamo verificare cosa ci serve e poi decidere e chiedere. Un servizio come concepito finora rischia di far fare alla gente scelte di convenienza diverse e quindi lo si fa morire sul nascere”.
Ultima cosa, la Orte-Falconara?
“Era quella la linea veloce. Fa parte di quel progetto che non può essere lasciato indietro e che deve collegare l’Umbria verso le Marche e Lazio. Oggi ci siamo tutti focalizzati sulla nuova statale 77 e sulla Quadrilatero, però noi dobbiamo pensare anche ai treni. Perché se guardiamo anche a una prospettiva di trasporto eco-sostenibile, di qualità della vita (le strade sono importanti, è indubbio), dobbiamo riconsiderare e valorizzare il trasporto su rotaia per dare anche una