Il tempo, un bene prezioso
“Tutto è vanità” – dice Qoelet, figlio di David, re di Gerusalemme, che va in cerca della felicità della vita umana, senza mai perdere di vista lo scorrere inesorabile del tempo, per poi chiedersi, con angoscia: “Che valore ha tutto ciò che si fa con fatica?” (3,9). Una domanda che oggi una certa cultura della nostra società, pragmatica e materialista, credo ritenga improponibile, ma che in realtà si annida nell’animo di ognuno di noi, in cui Dio ha posto il senso dell’eterno, e che riemerge quando, vedendo cadere le nostre illusioni, assistiamo impotenti allo scorrere del tempo, la cui natura ci sfugge, tanto che ancora oggi nessuno è mai riuscito a capire bene che cosa sia. Un argomento molto complesso, che ha impegnato da sempre scienziati, santi e filosofi, nell’eterna, ma vana ricerca di un “orologio universale”. I fisici assicurano che il tempo nacque prima del “Big-Bang”, i teologi dicono che non possiamo evitare di rapportarlo con Dio. C’è anche chi lo definisce “una truffa” (vedi il libro di Armando Torno, che si intitola proprio così), c’è chi dice che in Svizzera si fabbrica, in Francia è fermo, in America è denaro, mentre in Italia… si spreca! È vero comunque che è sempre accanto a noi, nel luogo preciso in cui ci troviamo, nell’attimo fuggente che viviamo. La realtà è che “tutto scorre”, come diceva Eraclito, e tutto si rinnova senza sosta mentre si succedono le tappe biologiche della nostra vita. L’autore del Qoelet, dopo aver sottolineato che nella vita tutto è vanità, aggiunge poi che non resta che godersela, quando si può, ma non da epicurei, bensì da chi sa che ogni bene viene da Dio (3,12 e seg.). Un invito a non piangerci addosso e a confidare nella Provvidenza per poter restare giovani nel cuore anche quando pesano gli anni che passano, trovando così in noi il coraggio di dire alla vita sempre di sì. Si sta avvicinando la fine dell’anno e tra poco dovremo cambiare, ancora una volta, ahimè, i calendari appesi alle pareti delle nostre case. Lo facciamo, senza accorgercene, con un po’ di emozione e con sorpresa (mi pare ieri quando compii la stessa azione lo scorso anno…), ma dobbiamo anche riflettere che non sono le date a cambiare la vita, perché è la vita stessa che, se è spesa bene, dà pienezza e senso al tempo. Continuiamo allora serenamente il nostro cammino con le energie necessarie per affrontare le inevitabili difficoltà, senza mai dimenticare che il tempo è per tutti un bene prezioso, un dono grande che ci ha fatto Dio. Di questo dono dovremo rendere conto, ma il pensiero non deve spaventarci perché Dio è un Padre buono e misericordioso che ci tiene per mano e ci accompagna con amore verso una nuova terra, dove le lacrime sono sconosciute e dove regna la pace, quella vera, che il mondo non dà. Cerchiamo allora di non sciupare il nostro tempo, di non perderlo in banalità, ma di viverlo responsabilmente con l’impegno di camminare insieme per aiutarci a vicenda, disposti anche a metterci a servizio degli altri per realizzare in pieno la nostra umanità. Concludo queste mie riflessioni augurando ai redattori della Gazzetta e ai suoi lettori che l’anno prossimo sia per tutti un anno di serenità e di attività feconda nel campo in cui ognuno è chiamato ad operare.
Auguri anche di buon Natale, amici, un Natale da vivere nelle nostre famiglie, davanti al presepio dove ci attende il Bambino Gesù.
GABRIELLA PAGLIACCI