Settimana Sociale dei Cattolici. Quattro questioni legate al lavoro
Inizia giovedì di questa settimana, 26 ottobre, la 48ª Settimana Sociale dei Cattolici italiani che si svolgerà a Cagliari fino al 29 ottobre prossimo ed avrà per tema: “Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo, solidale” e si propone, come indicato nell’apposito documento preparatorio, di “dare un contributo all’intera società italiana per uscire dalla crisi in cui versa”.
Non si tratta di un convegno come tanti, ma costituirà la tappa di un percorso, già cominciato nei mesi precedenti, destinato a continuare. “Vogliamo stare vicini a quanti soffrono per aver perso il lavoro o perché non riescono a trovarlo. Ma vogliamo anche e soprattutto cercare soluzioni e avanzare proposte per il mondo del lavoro”, precisa mons. Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto, per il Comitato Scientifico e Organizzatore della Settimana. Che prosegue sottolineando quattro questioni che “ci stanno particolarmente a cuore”. E, in primo luogo, si riferisce al gravissimo problema legato alla disoccupazione giovanile, rilevandosi che alla fine del 2016 i giovani disoccupati erano 3 milioni, poco meno del 40 per cento del totale. Tra questi i “neet” sono circa 1,5 milioni tra i giovani 15-29 anni. Un disagio che va anche oltre, con il lavoro precario (non protetto, non sicuro e non retribuito) che costituisce altro lato oscuro della condizione giovanile odierna. Un secondo problema è la preoccupante estensione dell’area della povertà associata alla forte crisi occupazionale di questi ultimi anni, quando la disoccupazione e il “lavoro povero” si sono allargati a tutte le forme di lavoro. Una terza dimensione problematica deriva dal nodo di questioni connesse al lavoro femminile e alle sue implicazioni sulla vita familiare. Le ragazze raggiungono livelli di scolarità superiore rispetto ai coetanei maschi, ma la loro partecipazione al mercato del lavoro rimane molto limitata e con salari sensibilmente più bassi. Infine, c’è il problema legato alla distanza tra il sistema scolastico e il mondo del lavoro: una rigida separazione tra momento formativo e lavorativo che comporta un divario tra la domanda di competenze delle imprese e i profili di uscita da scuole e università.
Un’attenzione particolare, nel Documento preparatorio, viene rivolta alla rivoluzione tecnologica. Si tratta di mutamenti che sono portatori di ulteriori domande, tra cui: cosa significa lavoro umano? Come sconfiggere la disoccupazione e quale formazione continua garantire ai lavoratori per prepararli al lavoro del futuro? Su quali conoscenze devono investire i giovani? Come in tutti i cambiamenti epocali, anche al tempo dell’industria 4.0 è compito della cultura e delle forze sociali trovare forme di tutela efficaci per il “lavoro degno”. Per la Chiesa, sottolinea mons. Santoro, il lavoro 4.0 va considerato con grande attenzione, senza mai ridurlo alle logiche economicistiche. Una sfida quindi ad offrire fondamenti antropologici, spirituali e teologici al servizio delle soluzioni per i problemi di oggi.
ALVARO BUCCI