Siamo “conciati” male Viaggio lungo il Portico delle Conce Dalla riqualificazione post-sisma al degrado Tra promesse e potenzialità, tra amarezze e perplessità
Potrebbe rappresentare uno dei luoghi più belli e suggestivi del centro storico di Foligno e, invece, si trova spesso in uno stato di semiabbandono e degrado. Stiamo parlando di quel bellissimo scorcio di centro storico che si sviluppa lungo il Portico delle Conce e che, da anni ormai, vive lunghi periodi di solitudine e oblio alternati a brevi e confortevoli momenti di notorietà regalati da qualche volenteroso e instancabile “amante” di questo piccolo scrigno della città che ne riporta alla luce le potenzialità e le criticità da affrontare e risolvere. Questa volta, l’affezionato “amico” di questo angolo della città è il parrucchiere Giampiero Tomassetti che tutte le mattine apre la porta del suo negozio affacciato proprio lungo il Portico delle Conce dove mi ha invitato a passeggiare e a osservare con i miei occhi una situazione che già conoscevo ma che merita di essere descritta nuovamente. Per chi non lo ricordasse, questo luogo è stato riqualificato nell’ambito dei lavori di ristrutturazione e recupero post-sisma del ‘97 con l’obiettivo poi di riaprire l’intero porticato e rendere fruibili gli ambienti che vi si affacciano con destinazioni d’uso legate alla ristorazione, alla vendita di prodotti enogastronomici e di artigianato locale e alla cultura e all’intrattenimento. Tutto questo al fine di ridare vita e rilanciare economicamente e anche a livello sociale quest’area del centro storico. Purtroppo, i buoni propositi non hanno portato all’obiettivo finale. Camminando lungo il porticato si può subito notare che alla ripavimentazione della prima parte del percorso non ha mai fatto seguito l’apertura dei locali ristrutturati ivi affacciati. Facendo qualche passo più avanti si incontra il negozio di “Mastro Figaro” che, oltre a tenere pulita e ordinata personalmente la strada davanti al suo negozio, si preoccupa spesso anche di sollecitare a chi di dovere la stessa pulizia e lo stesso ordine lungo tutto il percorso e il canale, cosa che sembra scontata ma non lo è. Lungo il canale, infatti, sia dove scorre l’acqua sia accanto, si possono spesso notare rifiuti di vario genere ma anche pezzi di vetro di bottiglie spaccate ed escrementi di animali. Continuando a camminare si passa davanti alla Taverna del Rione Spada che, però, è aperta all’incirca solo nei periodi di Quintana, giugno e settembre. Superato questo punto si entra nel degrado più totale: le pareti delle case ristrutturate sono state imbrattate e sporcate; il porticato che prosegue davanti è chiuso da una rete metallica che ne impedisce il passaggio, è puntellato perché necessita di una ristrutturazione, ma soprattutto è in uno stato di totale abbandono e incuria. Al suo interno si possono notare dei materassi, degli oggetti abbandonati e immondizia di vario genere. A questo punto la passeggiata lungo il portico si è conclusa, non rimane che tornare indietro. Quello che resta dentro al passante è solo un po’ di amarezza e perplessità. Tra l’altro, le persone che si incontrano lungo questo breve percorso sono veramente poche: a parte i clienti di “Mastro Figaro”, si possono incrociare solo le persone che lasciano la macchina al parcheggio di via Pascoli (collegato con uno strategico ponte) che, ormai, sono meno di prima perché da qualche anno c’è adiacente un altro parcheggio (sempre in via Pascoli) la cui uscita indirizza però le persone verso via San Giovanni dell’Acqua. Due parcheggi così centrali, di per sé, possono rappresentare una ricchezza per l’intero centro storico ma anche e soprattutto per il Portico delle Conce che, se venisse riaperto nella sua interezza e riqualificato secondo gli indirizzi più volte annunciati, diventerebbe un luogo di attrazione turistico, economico e culturale, oltre che piacevole via di collegamento tra la zona che si affaccia su via XX Settembre e quella che si sviluppa intorno a via San Giovanni dell’Acqua, incluso il polo scolastico. Tra l’altro, da quest’anno, l’area in questione trae linfa vitale anche dall’antico mulino che è situato proprio tra il Portico delle Conce e via San Giovanni dell’Acqua. Infatti, dopo anni dalla conclusione della ristrutturazione è stato finalmente affidato alla gestione della Caritas che, grazie all’associazione Arca del Mediterraneo e alle sue operatrici (Roberta Salvati e Carmen Forlenza), lo ha trasformato in uno spazio dedicato “ai giovani del nostro territorio e agli altri che vengono da luoghi più sfortunati, un piccolo angolo interculturale dove possano incontrarsi culture e storie diverse. Uno spazio accogliente e familiare, dove potersi incontrare, studiare, suonare e confrontarsi”. Per ora è aperto solo il pomeriggio dal lunedì al venerdì con una capacità attrattiva di circa 10/15 persone al giorno ma l’obiettivo è quello di rappresentare un punto di riferimento sempre più ampio. Dall’assessore Giovanni Patriarchi ci arriva anche la notizia che entro l’anno dovrebbe essere pubblicato il bando per l’assegnazione di quei locali ristrutturati e attualmente vuoti e inutilizzati che si trovano all’imbocco del portico delle Conce. Destinazione d’uso ancora da decidere ma con probabile attinenza agli ambiti della cultura enogastronomica e dell’artigianato locale. Dunque, i presupposti per una rinascita delle “Conce” sembrerebbero esserci. Mancherebbe “solo” la riapertura dell’intero percorso lungo il Portico e a questo proposito l’assessore Elia Sigismondi ha precisato che “il tema da noi trattato e la sua risoluzione era tra le priorità comunali fino a che non sono subentrate tutte le vicende legate al terremoto che hanno avuto ovviamente la priorità su tutto; ad oggi, però, l’amministrazione rimane intenzionata a riprendere in mano la questione perché è assolutamente determinata a concludere la riqualificazione delle Conce e quindi la riapertura di tutto il percorso sotto il loggiato”. A questo punto, non ci rimane che aspettare continuando a tenere gli occhi aperti e sperando in tempi brevi e in opere di riqualificazione valide e fruttuose. Allora, per il Portico delle Conce, la lunga attesa non sarà stata vana.
MAURA DONATI