Il terremoto studiato a scuola
Nei giorni scorsi, presso l’Istituto Superiore IPC-IPSIA di Bastardo, si è tenuto un convegno di carattere scientifico sul terremoto. Il relativo programma Creazione del laboratorio sismologico SISMOLAB è nato da un interesse condiviso fra istituzione scolastica, Comune di Giano dell’Umbria e Osservatorio sismico “A. Bina” di Perugia. A condurre l’intera fase preliminare è stato, ed è ancora oggi, il geologo e professore di Scienze Michele Arcaleni.
Il progetto è nato in concomitanza della crisi sismica più intensa degli ultimi 300 anni che ha coinvolto, soprattutto fra agosto e ottobre 2016, l’alto Lazio, le Marche centro-occidentali e gran parte dell’Umbria orientale. E tale circostanza conferisce al progetto in questione un aspetto di stringente attualità, ribadita dalla presenza di Marcello Bioli, sindaco della città e insegnante nello stesso istituto che ha organizzato l’incontro.
L’Osservatorio sismico “A. Bina”, diretto da padre Martino Siciliani, da sempre collabora a piani didattici con scuole di ogni ordine e grado. Nel caso specifico il punto di forza è stato il fatto che il prof. Michele Arcaleni è, da più di 20 anni, proprio consulente dell’Osservatorio. Per questo motivo i tecnici sono riusciti ad allestire un laboratorio con attrezzature professionali (stazione sismica 24 bit 3D) e software dedicati per poter registrare e analizzare i terremoti.
La zona di Bastardo è un luogo strategico per il monitoraggio sismico. Infatti si trova alla giusta distanza dalle zone attivate durante la recente crisi e non presenta particolari “rumori” antropici che potrebbero disturbare la ricezione dei segnali.
Il complesso dei lavori era inizialmente indirizzato alle classi prime e seconde. Poi -in considerazione del forte interesse dimostrato dagli alunni più grandi- si è allargato, coinvolgendo anche una classe terza ed una quinta. Quelle del biennio hanno elaborato studi approfonditi sul fenomeno sismico e sugli effetti ad esso legati. La classe terza ha ideato la parte meccanica (due sensori oscillanti) di un sismoscopio: uno strumento capace di ridurre il rischio sismico. La classe quinta ha invece realizzato i componenti elettrici ed elettronici per il controllo del sismoscopio stesso. L’Osservatorio ha fornito alcune apparecchiature ben collaudate. Il Comune di Giano dell’Umbria ha provveduto a consegnare il materiale adatto per facilitare il monitoraggio continuo.
Tutto questo impegno interdisciplinare ha ottenuto il sostegno dell’Istituto Omnicomprensivo di Giano dell’Umbria-Bastardo e della dirigente Maria Cristina Rosi, sempre attenta a sviluppare percorsi innovativi legati al territorio.
Le operazioni cartacee e manuali hanno interessato insegnanti di materie diverse. Il prof. Vincenzo Esposito ha curato la parte meccanica (ed elettro-elettronica) del sismoscopio. Il prof. Miguel Torricelli ha guidato i ragazzi per ogni fase di costruzione dello strumento, in tal modo gli studenti hanno potuto (e saputo) realizzare, all’interno della officina scolastica, i singoli componenti. Ma, più in generale, tutto il corpo docente ha partecipato all’iniziativa. Nell’ambito delle varie competenze Loretta Poli e Silvia Palini (Italiano) hanno illustrato ai ragazzi gli aspetti relativi alla sismicità storica locale. Chiara Pini (Fisica) ha svolto ricerche mirate ai concetti di frequenza e risonanza. Il prof. Stefano Placidi si è occupato della installazione delle apparecchiature informatiche.
Al convegno hanno portato il loro contributo di conoscenza padre Martino Siciliani, direttore dell’Osservatorio sismico “A. Bina” di Perugia, Filippo Guidobaldi, presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Umbria e Sergio Bovini, geologo esperto di protezione civile.
Prima del termine dei lavori studenti e studentesse hanno brillantemente illustrato le aree del progetto già operative.
LUCIO TIBERI