Come a Siena e Ascoli, la Quintana la gestisca il Comune
Sono stati convocati gli “Stati generali della Città di Foligno per la Giostra della Quintana”.
Nell’Ancien Régime, crollato a seguito della Rivoluzione, gli Stati generali si riunirono per l’ultima volta nel maggio 1789, convocati da Luigi XVI allo scopo di raggiungere un accordo tra le classi sociali idoneo a risolvere la grave crisi politica, economica, sociale e finanziaria che affliggeva da anni la Francia. A secoli di distanza rimane difficile capire da chi siano rappresentati, a Foligno, i diversi ordini (o stati: clero, nobiltà e borghesia) e soprattutto chi sia, in un simil contesto, “il Sovrano” a cui presentare i “cahiers de doleances” (i quaderni delle suppliche e lamentele). Manca, soprattutto, in questa rappresentazione, il “popolo quintanaro”.
L’auspicio è che la situazione economico-finanziaria dell’Ente Giostra Quintana non sia come quella della Francia prerivoluzionaria. Certo è che anche gli attuali “governanti” dimostrano di mal adattarsi al sistema di rappresentatività democratica. Il Comune di Foligno, socio di diritto della Quintana, ha sempre nominato i suoi rappresentanti in seno all’Ente; per la prima volta il Sindaco Mismetti ha ritenuto escludere quello indicato dalle opposizioni, individuando entrambi i consiglieri nell’ambito della maggioranza. Ed ora si vorrebbe, in un fittizio clima di amore e concordia, coinvolgere l’intero Consiglio Comunale, in rappresentanza della cittade tutta. Disquisire sulla Quintana senza i dovuti ossequi umanistici equivale ad offendere “sua maestà”, ma la omologazione è del tutto inopportuna ed essenzialmente opportunistica.
In un pregevole scritto, di alcuni anni fa, il Prof. Bettoni manifestava l’apprezzamento per “i contributi che l’evento ha fornito e fornisce alla valorizzazione di Foligno né può essere dimenticato l’impegno, in moltissimi casi generoso e disinteressato, dei Quintanari; l’acquisizione diffusa e diffusiva di conoscenze preziose sulla storia dell’arte in generale e di quella sartoriale, in particolare, dell’abbigliamento, dell’arredo, dell’arte cuciniera, della convivialità simposiale: tutti saperi che si sono tradotti e si continuano a tradurre in espressioni spettacolari di spessore diverso ma qualificate e qualificanti”
Occorre però, dopo 70 anni, una seria riflessione sul futuro della manifestazione sempre meno “festa popolare” e sempre più evento economico commerciale; vanno colmate le profonde distanze che purtroppo si registrano fra quintanari e cittadini che, soprattutto se residenti nel centro storico, sono talvolta costretti a subire atti di “inciviltà”; deve essere maggiormente garantito l’ordine pubblico per evitare che gli eccessi di pochi finiscano per penalizzare l’intera manifestazione. La Quintana è sempre stata competizione, aggregazione, sacrificio e responsabilità. Nel glorioso passato delle presidenze Salari, Raffaelli e Picuti, le performance non erano ai livelli attuali; Giusti e Formica forse non “scendevano al disotto del minuto”, ma sia nelle contrade che in campo si viveva il gioioso, corale clima della festa popolare. La velocità non è il solo parametro del successo, la Quintana non può essere trasformata in una vetrina effimera dell’apparire e, in quanto tale, svuotata del suo vero significato, che è soprattutto umano.
Per una effettiva “rinascita” occorre rendere totalmente pubblico l’Ente Quintana, mantenendone la struttura organizzativa su base rionale, ma legandone la direzione amministrativa centrale al Comune, come avviene in città ove si tengono manifestazioni analoghe. Oppure si abbia il coraggio di “privatizzarla” totalmente, rinunciando ai vari sostegni economico-finanziari, diretti ed indiretti. Intanto va, in ogni caso, presentato alla città un rendiconto economico finanziario e, se del caso, un piano di risanamento, quindi va redatto un programma per il reale sviluppo dell’evento che deve ritrovare la sua essenza culturale, sociale ed aggregativa, perché la Quintana non è passerella mediatica, ipertrofia proiettiva, trampolino di lancio, è partecipazione popolare, impegno, amore, emozione, identità, divertimento, orgoglio.
STEFANIA FILIPPONI