Settimana politica
Corte dei Conti: rilievi sulle partecipate umbre
Rispetto alle società partecipate della Regione Umbria, la Corte dei Conti, sezione regionale di controllo, rileva otto osservazioni. L’opzione per il mantenimento delle società non è sempre corroborata da considerazioni sulla indispensabilità della partecipazione né da un’analisi comparativa dei costi, attuali e potenziali, con riferimento alle diverse scelte gestionali-operative possibili. Il piano non tiene conto delle partecipazioni indirette per il tramite di Sviluppumbria Spa e di Umbria TPL e Mobilità Spa. C’è assenza di informazioni circa la presenza di soli amministratori e di amministratori in numero superiore a quello dei dipendenti. Omessa la verifica della congruità di eventuali finanziamenti alle società partecipate e del raggiungimento dei risultati per i quali gli stessi erano stati erogati. Si certifica ancora: assenza dell’analisi economico-finanziaria delle società partecipate come anche dei risultati misurabili e omessa evidenziazione dei rapporti debito-credito con le partecipate. La “relazione sui risultati conseguiti” non dà conto della tempistica delle procedure di liquidazione in corso. Dalla banca dati “Partecipazioni PA” non risultano le partecipazioni indirette.
Partecipate, parcheggio per ex-politici e amministratori PD
I consiglieri regionali 5Stelle Carbonari e Liberati lo definiscono “welfare occulto” in attesa della pensione, a prescindere dalle loro competenze. Ci sono i casi di Umbraflor, a prevalente attività commerciale, guidata da Sandro Vitali, ex-sindaco a Spello, di Agenzia Forestale con a capo Giuliano Nalli, ex-sindaco a Trevi con consulenti giuridici Giuseppe Rosichetti, co-fondatore del circolo PD a Trevi, e Katiuscia Papi, ex-consigliere comunale a Deruta, di Umbria Digitale con amministratore unico Stefano Bigaroni, ex-sindaco a Narni, di Trasimeno Servizi Ambientali con Alessia Dorillo, membro della segreteria regionale del PD e prima dei non eletti in Consiglio regionale. Molte partecipate regionali registrano bilanci con ingenti perdite come Umbria Mobilità, Fondo Monteluce – perdite delle quote del 95%, varie partecipate della Regione dovranno comprare immobili dello stesso Fondo per evitarne il fallimento -, Consorzio TNS – anch’esso salvato dalla Regione mediante l’acquisto di immobili per 7,5 milioni -. Tali grandi perdite gravano sul bilancio regionale. Chi le paga? In fin dei conti i cittadini, con tasse e imposte. Sulle partecipate c’è poca trasparenza: la Regione non redige il bilancio consolidato, si esercitano scarsi controlli preventivi e successivi, non si verifica ad hoc la consistenza di crediti e debiti residui, non si aggiornano gli schemi societari di partecipazione.
Partecipate folignati. Corte dei Conti: inadeguato il sistema di controlli
Esaminate anche le partecipate del Comune di Foligno. Ecco i sei rilievi. L’opzione di mantenimento non è basata sull’analisi comparativa dei costi, attuali e potenziali, con riferimento alle diverse scelte gestionali-operative possibili. Omessa pubblicazione sul sito istituzionale dell’Ente del piano di razionalizzazione società partecipate: il piano non tiene conto delle partecipazioni indirette, che per Foligno sono ben 27. Omessa attivazione di un adeguato sistema di controlli per come desumibile dal referto sul sistema dei controlli interni trasmesso dal Sindaco e conseguente difficoltà nell’acquisizione di dati e informazioni utili ai fini della redazione dello stesso piano di razionalizzazione. Omessa evidenziazione dei rapporti di debito-credito con le partecipate. Omessa verifica della congruità di eventuali finanziamenti alla società partecipata e del raggiungimento dei risultati per cui gli stessi erano stati erogati. Quest’ultima osservazione della Corte dei Conti riguarda soprattutto FILS con conti precarissimi. Rispetto a FILS, al 100% di proprietà del nostro Comune, c’è una regola da rispettare, ossia che le gestioni strutturalmente deficitarie, in assenza di particolari e argomentate motivazioni, di per sé depongono per la obbligatoria dismissione della partecipazione. E nei confronti delle società in perdita strutturale, le cui partecipazioni si ritenga ciononostante di mantenere, occorre motivare e finalizzare gli eventuali interventi finanziari di sostegno, vincolandoli ad analitici piani di recupero societario. Si nota che le osservazioni della Corte sono quasi le medesime per Regione e Comune.
Tormentone tronchi a Ponte San Magno
Nessuno ancora li ha rimossi. Il cumulo è aumentato di volume.
GIANCARLO ANTONELLI