Mario Draghi chiama un folignate alla Banca Europea. Riccardo Bonci a Francoforte
Riccardo Bonci, segni particolari tenacia-impegno-sacrificio, lavora in Banca Centrale Europea, dopo numerose esperienze professionali anche all’estero, l’ultima delle quali in Banca d’Italia.
Quali responsabilità hai in BCE?
Lavorare in BCE, che impiega circa 2.500 persone, offre tante occasioni per crescere sia professionalmente sia umanamente. Si viene a contatto con aspetti diversi e si danno contributi in ambiti molto diversi tra loro, come il supporto alle decisioni di politica monetaria e le funzioni statistiche, organizzative, legali, tecnologiche. Molto elevata è infatti la mobilità orizzontale.
Ci sono diverse soddisfazioni.
Mi è capitato di scrivere un paio di interventi per i membri del Comitato Esecutivo o per lo stesso Presidente. Sentirli raccogliere applausi o vederli citati sui giornali è una bella soddisfazione. Ho spesso il privilegio di collaborare con professionalità di alto livello provenienti da tanti Paesi.
Com’è lavorare in Germania?
A Francoforte, che conta 650mila abitanti, per la qualità di vita elevata non si ha la sensazione di vivere in una metropoli. Un residente su tre è straniero, con 150 Paesi rappresentati, e la metà dei bambini ha il passaporto straniero. La multi-cultura è semplicemente la normalità, dalla scuola all’ufficio, all’ospedale, alle poste. Per strada si sente parlare più l’inglese che il tedesco. Da fuori si apprezzano tante cose dell’Italia che si danno per scontate vivendoci. Qui la sensazione di vivere in Europa è molto più forte che in Italia. Per esempio, molte delle discussioni sul futuro dell’Europa a Francoforte sono difficili da comprendere.
Che ruolo ha avuto la sua formazione scolastica?
Difficilmente si accede a un’istituzione internazionale di prestigio senza aver studiato sodo. Le conoscenze tecniche, la padronanza dell’inglese, sono solo le fondamenta, che qua si danno per scontate. La competizione si gioca sul saper muoversi in un ambito multi-culturale, sul lavorare in squadra, sul saper gestire le situazioni di stress. Qualità che si affinano con l’esperienza e un continuo aggiornamento.
Che consiglio daresti a un giovane che vuole lavorare per ciò che ha studiato o che ha sogni da realizzare?
Di non stare fermo ad aspettare, di muoversi, di non smettere di studiare, di puntare sempre a esperienze qualificanti, anche se non nel proprio ambito di studi. La catena di eventi ci porta dove non avremmo mai immaginato, allora è bene darsi degli obiettivi vicini, sempre nella direzione del miglioramento. Le soddisfazioni arriveranno, e non è detto che si raggiungano nel proprio Paese.
È proprio vero quello che afferma Riccardo Bonci. Laureato a Siena, ha cercato sempre con insistenza e coraggio obiettivi vicini di miglioramento. Oggi collabora alla BCE con Mario Draghi, tra le figure più potenti in Europa. Conclude così la chiacchierata: “C’è tutto un mondo di luoghi, di esperienze e di persone a cui attingere per migliorarsi; sarebbe stato imperdonabile perderselo per stare a casa”. Chapeau.
GIANCARLO ANTONELLI