Il fuoriclasse dell’etica
È difficile quando si deve ricordare un amico scomparso districarsi dal groviglio dei ricordi, dallo spessore del tempo che diventa in un attimo un lungo filo del quale non si riesce nemmeno ad intravedere l’inizio mentre si contempla raggelati il punto dello strappo. Se chiudo gli occhi rivedo tante scene sempre interessanti dei rapporti con Leonello. Sì, perché questi con lui non erano mai banali, ripetitivi, formali, ma andavano sempre direttamente al punto, quale che fosse.
Conosciuto ai tempi del Liceo con l’Azione Cattolica e poi divenuti amici con il cemento di quei Valori e delle Idee della militanza nella Democrazia Cristiana, non scopro nulla se affermo che Leonello era il classico “vulcano di idee” dal quale si attingeva a piene mani perché lui quelle idee le metteva a disposizione di tutti e, per nostra fortuna, molte hanno preso gambe (le sue) e fatto tanta strada.
Potrei andare avanti a lungo ma credo che valga la pena raccontare alcuni episodi per me emblematici sia del mio rapporto con lui, sia del suo carattere, sia dei tempi che abbiamo attraversato e, per un lungo tratto, vissuto insieme.
Il primo. La Direzione della Sezione della Democrazia Cristiana decide che il Senatore Pasquini non debba più ricandidarsi al Consiglio Comunale. Si deve decidere la delegazione che andrà a comunicargli questa decisione.
L’amico Hans Schoen avanza la proposta che della delegazione debbano far parte il Segretario del Movimento Giovanile (cioè chi scrive) e Leonello Radi, giovane professionista emergente. E così ci ritrovammo dietro la scrivania del Senatore, figura emblematica della Foligno pre e post bellica, ad argomentare… Il personaggio era talmente elevato che ci aiutò lui ad argomentare, con signorilità e cortesia. Sulla porta ci augurò di mantenere intatte le nostre qualità di coraggio e schiettezza. E quell’augurio Leonello l’ha perfettamente centrato.
Secondo episodio. Foligno deve festeggiare la medaglia d’argento al Gonfalone ottenuta per le vicissitudini e le tragedie che la Città ha dovuto subire durante la seconda guerra mondiale. Chi terrà il Comizio in Piazza? Leonello avanza una proposta: l’oratore può essere Giorgio La Pira allora profetico Sindaco di Firenze. Detto, fatto. Si nomina una delegazione che deve andare a Firenze per convincere il Sindaco. Ma chi può chiedere l’appuntamento? Leonello, ovvio! E così la (quasi) solita delegazione (chi scrive, Leonello e, se ben ricordo, l’Avv. Alarico Mariani Marini) si reca a Firenze. Un lungo colloquio con La Pira che però declina l’invito perché deve partire per uno dei suoi viaggi di Pace. Comunque una grande esperienza in nome e per conto della Sua Foligno, la città che era ed è sempre stata nel suo cuore e nella sua mente.
Terzo episodio. Carlo Carretto ha deciso che sarà Spello la sede permanente del suo impegno ecclesiale. Chi c’è di mezzo? Leonello! Un giro di telefonate e io e mio fratello Lucio, lui e il geometra Fuso di Spello, che faceva da Scout, siamo nelle stanzette ubicate sopra il cimitero di Spello a fare pulizia. Una grande mangiata di polvere e, bene o male, quelle celle, che in tempo di guerra si dice fossero adibite a qualche altro scopo, sono decenti e pronte ad ospitare Fratel Carlo e altri suoi fratelli…
Altra pagina importante per Foligno e le presenze che ha ospitato e da
lle quali ha ricevuto linfa per crescere nello spirito e nella mente.
Quarto episodio. Quando fui nominato nel Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Foligno Leonello era Direttore Generale e il carissimo amico Amilcare Ottaviani Presidente. Alla prima riunione, dopo i convenevoli, lui mi prese sottobraccio e mi disse: “qui, iniziando questa esperienza, imparerai una cosa fondamentale che non è troppo in voga nel convivere civile. Imparerai come è difficile, ma a volte salutare e necessario, saper dire di no, senza arroganza ma con fermezza”.
Quante volte nella mia vita ho benedetto quel consiglio!
La tentazione perenne è dire di sì. Non contraddire. Fare sempre discesa e mai salita. Con se stessi, nella famiglia, nel lavoro, nella vita pubblica, nell’esercizio del potere… Ma il cascame di questo atteggiamento è che la linea che unisce due punti, come disse Ennio Flaiano, è l’arabesco. È il dedalo dove tutto si perde, tutto è apparentemente uguale, tutto è indistinguibile, tutto non arriva mai e ricomincia, dolosamente, da capo!
Non vado oltre perché di lui restano molte belle iniziative che hanno portato Foligno al centro dell’attenzione nazionale e che parlano da sole.
Paolo VI affermò che “l’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri” e aggiungeva che “se ascolta i maestri lo fa perché sono testimoni.” Testimone. Cioè un uomo che, come dice l’etimo della parola, sente su di sé il dovere di inverare le parole che dice e di prendere in mano il “testimone” che altre generazioni, tempo per tempo, hanno lasciato nella traiettoria positiva che va verso il progresso e l’affermazione dei grandi Valori.
“Per raggiungere il porto si deve navigare. Navigare, non gettare l’ancora. Navigare, non andare alla deriva”. (T. Roosevelt, 1938)
Questo tu hai fatto per tutta la tua vita e ora sono convinto che stai ancora navigando e già organizzando, con altri amici che ti hanno preceduto nella Verità e che nella Luce del Signore ti hanno riabbracciato, qualcosa di interessante: ne sono certo, certissimo!
Addio, carissimo amico.
DENIO D’INGECCO