Settimana politica
ASL: il costo della struttura apicale
Tre sono le figure apicali di ASL 2 Terni a cui apparteniamo: Imolo Fiaschini, direttore generale; Pietro Manzi, direttore sanitario; Enrico Martelli, direttore amministrativo. Il primo ha un compenso lordo di 132.213 euro, il secondo di 96.074, il terzo di 96.956: trattamenti lordi che possono incrementare di una quota massima del 20%. Per Fiaschini tale sostanzioso premio è erogato sulla base dei risultati e obiettivi di gestione fissati ogni anno dalla Regione, per gli altri l’integrazione è assegnata se i risultati e gli obiettivi fissati dal direttore generale sono raggiunti. Ai tre vertici si aggiungono 53 dirigenti di struttura complessa e 341 dirigenti. I primi comprendono il dirigente ingegnere e farmacista e cinque amministrativi; a seguire i dirigenti medici, assimilabili ai primari di una volta. Lo stipendio base dei dirigenti di struttura complessa è quello standard di 43.625 euro, al quale si aggiunge la retribuzione di posizione, una parte della quale è stabilita per contratto mentre la restante è erogata per aver raggiunto obiettivi fissati dalla direzione. Si raggiungono così stipendi che superano per la maggior parte i 100.000 euro e arrivano intorno ai 140.000. Stesso stipendio base di 43.000 euro per i 341 dirigenti dell’ASL 2. Al costo del personale si deve aggiungere la spesa per gli affitti pagati per le sedi degli uffici di direzione e amministrativi, che non è certo trascurabile.
Con ribasso del 33% i lavori per la frana sulla Flaminia
IM.CO. srl Immobiliare Costruzioni di Napoli è l’aggiudicataria dell’appalto del Comune di Foligno dell’importo di 614.725 euro con ribasso del 33,648% per i primi interventi di consolidamento della frana in località Villanuova di San Giovanni Profiamma. 372 le offerte ricevute, escluse 8, fuori termine 18. Cosa indica un ribasso così consistente, piuttosto consueto negli appalti pubblici? O il capitolato era troppo sovrastimato o la ditta che ha vinto guadagna ancora con tale sconto. Ma spesso il Comune di Foligno ha speso per far causa a imprese che, con ribassi eccessivi, non hanno eseguito i lavori come richiesto o addirittura non li hanno portati a termine.
Sposini, Landi e Mazzoli per acquisti superiori al milione
Alle dipendenti comunali Katia Sposini dell’area diritti per la cittadinanza, Rossana Landi e Annunziata Mazzoli dell’area informazione, cultura, formazione e sport, ai sensi della legge di stabilità 2016 il Comune affida per il 2017-2018 i procedimenti di acquisto di beni e servizi di importo superiore al milione di euro. Precisamente, 3.572.000 euro al netto di IVA alla Sposini per accoglienza, integrazione e tutela richiedenti asilo, rifugiati, umanitari, 2.500.000 alla Landi per affidamento in concessione dei servizi culturali, turistici e sale conferenze dal 1 settembre 2017 al 31 agosto 2022 (l’importo comprende anche la stima degli incassi previsti), 1.348.000 alla Mazzoli per assistenza alunni diversamente abili e vigilanza dei bambini durante il trasporto scolastico dal gennaio 2017 al 31 agosto 2019.
Il Comune chiede sacrifici ai dipendenti Fils
Il Comune propone di adottare per i 36 dipendenti della Fils il contratto delle aziende municipalizzate, meno oneroso dell’attuale. I dipendenti, pur con la massima flessibilità, chiedono “un cambio di passo radicale” e sono disponibili a fare sacrifici solo nel caso “si adotti una riorganizzazione dei servizi credibile e siano chiare le responsabilità soggettive e oggettive nella nuova organizzazione”. Ai sindacati non è ancora stato presentato il piano industriale per “mettere in condizione tutti di svolgere le attività nel modo più produttivo possibile”. Cgil, Cisl e Uil vogliono più chiarezza: il piano industriale doveva essere predisposto entro il 30 ottobre scorso, con trasparenza sui costi della liquidazione e sull’importo della ricapitalizzazione del Comune, alla quale Impegno Civile ha già detto no. Altrettanta chiarezza si deve fare sui debiti maturati verso l’erario (Inps-Inail) e le banche e sulla mancata vendita dell’immobile Vus deliberata da Vus e Fils cinque anni fa, causa della drammatica riduzione del capitale societario.