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Gianluca Grignani alla Gazzetta: “Amo questa terra”. All’Auditorium emozionante concerto dell’artista milanese

Incontro Gianluca Grignani verso le diciotto in un locale vicino all’Auditorium dove sta bevendo una tisana calda in compagnia del manager Andrea Ottaviani.
Come stai? Ci siamo conosciuti lo scorso anno a Radio Subasio, ti ricordi?
“Certo, eri con Carlo. Tutto bene grazie, tu?”
Non mi lamento. Anzi. Grazie di essere venuto a Foligno. In questo periodo non credo sia facile per nessuno.
“L’ho fortemente voluto. È importante. Sono tranquillo. Poi dirò qualcosa sul palco a tal proposito”.
Hai tempo per qualche domaok-grignani-foligno-grignani-paradisonda?
“Ora scappo che devo fare il check sound. Prima di partire per casa ti aspetto in camerino, così posso dedicare alle tue domande l’attenzione che meritano. Mettiti d’accordo con Carlo”.
Carlo Tomassini, mio amico da sempre, è l’amministratore dei più importanti gruppi facebook di Gianluca e in collaborazione con la ATHANOR Eventi di Stefano Porri e Cristina Caldani è stato determinante per organizzare il concerto folignate. Alle 21.30, in un Auditorium che presenta il tutto esaurito, Gianluca Grignani sale sul palco.
“Sono molto felice di chiudere questo tour acustico a Foligno, città dalla quale manco dal 2011. E sono doppiamente contento di esibirmi in questa struttura, un monumento d’arte che ha resistito al terremoto. E che come tutta l’Umbria rimarrà in piedi”.
Tutti ci sentiamo toccati e l’applauso parte spontaneo. L’apertura è con “Non voglio essere un fenomeno” e a seguire, tra i tanti suoi numerosissimi successi, “Primo viaggio su Marte” (che dedica al suo più giovane ammiratore, il piccolo Matteo di 3 anni, figlio di Carlo che Grignani definisce un vero amico), “Destinazione Paradiso”, “La mia storia tra le dita”, “La fabbrica di plastica”, “Anna”, “Una donna così”, “L’aiuola”. Applausi e pubblico in delirio.
Terminata l’esibizione raggiungo
Gianluca dietro le quinte.
Sei stato fantastico. Un’ora e mezza di voce e chitarra senza pausa. Scaletta standard?
“No no. Decido al momento cosa cantare sull’onda delle emozioni che mi trasmette il pubblico. Tranne Anna. Battisti l’ho dentro”.
Foligno ti segue sempre e ti ama come nessun altro.
“Ho voluto fortemente questa data non appena Andrea (Ottaviani) è stato contattato. Amo questa terra e spero di essere riuscito a regalare un sorriso e un po’ di spensieratezza a chi vive questo momento di estremo disagio”.
Un tour impegnativo, lo ammetterai.
“Live Acoustic è stata una decisione d’istinto, come si dice, di pancia. Dopo la prima tappa ho avuto la certezza di riuscire a trasmettere la mia anima. Non temo le insidie perché amo sperimentare. Sempre”.
Per caso Sanremo ci cova?
Sorrisetto sornione e silenzio assoluto.
Carlo mi faceva notare che una tua canzone alla radio si riconosce subito, sin dall’attacco.
“Rimango fedele a me stesso pur nella continua ricerca di dare suono alle mie emozioni. Quando ho inciso “La fabbrica di plastica”, dopo il grande successo e i due milioni di copie vendute con “Destinazione Paradiso”, ho dimostrato di non scendere a compromessi con l’esigenza di vendere”.
Posso definire la performance di stasera “perfetta”?
“Foligno mi trasmette una energia incredibile. Sempre. Tutto è stato perfetto”.
Ci salutiamo con un abbraccio ma prima che salga in macchina gli dico che già si sta lavorando per il suo prossimo concerto qui. Sorride e alza il pollice. A presto Gianluca, a prestissimo.

GIANLUCA PARADISO

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