Con i piedi ben piantati a terra. Terremoto, istruzioni per l’uso (per adulti e bambini)
Quante espressioni nella nostra vita quotidiana si riferiscono al bisogno di protezione, sicurezza e solidità. Come: mi sono sentito mancare la terra sotto i piedi, mi è crollato il mondo addosso.
Sappiamo bene cosa significa per noi tutti collegare a questi significati metaforici, già piuttosto spaventosi, quelli concreti che ci hanno accompagnati in quest’ultima settimana di eventi sismici nel Centro Italia. Mi riferisco alla sgradevolissima sensazione concreta di sentirsi mancare (e tremare) la terra sotto i piedi, perdere la rassicurante e familiare routine fatta di scuola, pasti sereni a casa, notti ristoratrici sotto le coperte.
Come adulti, genitori ed educatori nel senso più ampio del termine, non dobbiamo dimenticare il nostro ruolo di riferimento per chi è più piccolo. Soprattutto in un momento in cui gli abituali punti di riferimento “tremano” e rischiano di fare un po’ paura.
E allora come possiamo comportarci con i nostri figli? Quali nostri atteggiamenti possono aiutarli?
Partiamo dall’idea che non esiste una ricetta che possa andar bene per tutti e che, chiaramente, per essere più puntuali dobbiamo tener conto di molti aspetti, primo tra tutti l’età dei nostri figli.
In generale possiamo condividere alcune riflessioni che potrebbero “calzare” per la maggior parte dei genitori…una sorta di “taglia unica”.
Innanzitutto è importante dire la verità ai nostri figli, cercando di mantenere una certa coerenza con la realtà. Non è utile far finta di niente, né per noi genitori né per i figli. Anche i bambini piccoli “fiutano” le emozioni che circolano nella famiglia, nella comunità, ascoltano e assorbono parole, immagini, suoni. Può essere utile, quindi, raccontare la verità, in modo semplice, ma leale. Il nostro racconto deve adattarsi all’età del bambino, al suo linguaggio, alla sua crescita. In un momento in cui tutto trema, noi punti di riferimento dobbiamo rimanere solidi, essere credibili e pronti ad accogliere le reazioni emotive degli altri, soprattutto dei bambini. Ricordiamoci che i bambini, infatti, possono esprimere la paura attraverso la rabbia e possono sentirsi in colpa per quanto accaduto. Un atteggiamento accogliente e comprensivo può aiutarli a tirar fuori le emozioni. E tirar fuori piuttosto che covare dentro è quanto di meglio possa accadere.
È utile, più che eccedere nelle spiegazioni o nelle stimolazioni (ad esempio vedere sempre foto, video immagini), essere pronti ad accogliere delle domande, delle riflessioni alle quali possiamo rispondere sempre in modo leale e chiaro.
È importante rassicurare i bambini, riflettendo sul luogo sicuro nel quale si trovano e sulla squadra di soccorsi sulla quale possiamo contare tutti.
Ritornare alla routine è estremamente rassicurante per noi tutti, bambini inclusi. Non è necessario eccedere in regali, premi, permessi speciali per cercare di lenire lo spavento. La cura più sana è lasciar esprimere i bambini, incoraggiarli a tirar fuori le loro emozioni e ritornare alle proprie abitudini.
Stiamo cercando di organizzare dei gruppi di parola sul “sentirsi scossi” da questo terremoto, per grandi e piccoli, forti dell’idea che raccontarsi, confrontarsi e tirar fuori il proprio vissuto emotivo può aiutare tutti noi a sentirsi con i “piedi ben piantati a terra”. Troverete maggiori informazioni nel nostro sito www.dedi-care.it oppure potete chiamare il numero 0742 23749.
Dr.ssa MARTA FRANCI