“Dio è per noi rifugio e fortezza”
Domenica 30 ottobre, quando alle 7,40 la terra ha tremato in maniera tanto impressionante quanto devastante, la liturgia della Parola del giorno si apriva con questo pensiero: “Signore, tutto il mondo davanti a te è come polvere sulla bilancia, come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra” (Sap 11,22). Queste parole hanno aiutato anche me a respirare profondamente, per ringraziare il Signore, “amante della vita”, che ha impedito allo spavento e alla sofferenza di tanti fratelli della Valnerina e dei Sibillini di non essere sopraffatti dal dolore della morte.
Il terremoto ha una forza devastatrice simile a quella della guerra: osservando le macerie della Basilica di San Benedetto mi è tornata alla mente l’immagine dell’Abbazia benedettina di Montecassino devastata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Le macerie della Basilica che si ergeva sopra la casa natale di San Benedetto, Patrono d’Europa, mi hanno portato a pensare alle lesioni che presenta la Casa comune europea, che non può rinunciare alle sue fondamenta cristiane, le quali reggono i ponti, non i muri! San Benedetto con il suo motto “ora et labora” indica la strada da seguire anche in quest’ora di grande apprensione. L’immagine delle Clarisse del Monastero di S. Maria della Pace di Norcia, messe in salvo dai volontari della Protezione Civile, è l’icona dell’incontro tra orazione e azione.
Il terremoto ha il terribile potere di rendere nemica la casa: questa è l’esperienza che la nuova sequenza sismica ci ha fatto sperimentare, riaprendo la ferita scritta nella nostra memoria il 26 settembre 1997. Sentire ostili le pareti domestiche, guardarle con sospetto, ascoltarne il fremito è quanto di più amaro si possa avvertire. E tuttavia, nonostante le crepe che osserviamo sulle pareti degli edifici della nostra città, che ci auguriamo più limitate di quanto in queste ore si osi pensare, è doveroso riconoscere che il cantiere della ricostruzione a Foligno ha retto anche alla prova di un terremoto che ha liberato un’energia così devastante.
Il sisma è giunto di domenica, in prossimità della solennità di Tutti i Santi, dei quali è Regina la Vergine Maria, che a Foligno è particolarmente venerata con il titolo di Madonna del Pianto da quando un terremoto che portò grande rovina a Norcia e causò molto spavento a Foligno, ma senza fare seri danni, fece pensare che la Madonna del Pianto avesse salvato la città, perché quel giorno coincid
eva con la sua festa: era
domenica 14 gennaio 1703.
L’evento sismico si è verificato in un’ora della storia che registra terremoti causati, oltre che dai movimenti geologici, dall’indurimento dalle pareti dei cuori che, da troppo tempo, scuotono con efferati atti di violenza le popolazioni del Medio Oriente, in particolare quelle dell’Iraq. Non dimentichiamo questi fratelli mentre trema la terra sotto i nostri piedi! Non dimentichiamo nemmeno questa parola del Salmista che, in queste ore, vado ripetendo come una litania: “Dio è per noi rifugio e fortezza, aiuto infallibile si è mostrato nelle angosce. Perciò non temiamo se trema la terra, se vacillano i monti nel fondo del mare” (Sal 46,1-2). L’invito a non temere è legato ad una premessa, che è una promessa: “Dio è per noi rifugio e fortezza”.
MONS. GUALTIERO SIGISMONDI