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Referendum sull’Amatriciana Si vota prima del cappone di Natale

Dopo il successo de I Primi d’Italia il governo degli chef ha pensato di far decidere al popolo dei buongustai sulla nuova ricetta dell’Amatriciana. E su questo si è scatenato un dibattito molto infuocato, per via dei fornelli a induzione che sembrano non essere adatti alla cottura. L’executive chef e la sua assistente stanno battendo le mense di tutta la Penisola per convincere a votare la nuova ricetta che prevede innovazioni dietetiche di estrema importanza che permetterebbero al popolo italiano di essere più snello. Innanzitutto dicono che con la nuova ricetta i trigliceridi passeranno da 315 a 100 e che verrà chiusa definitivamente la Cnel (Cucina nazionale energetica lipidica) mentre i cuochi non stellati delle regioni guadagneranno di meno perché sono capaci di fare solo pessimi minestroni. Ma insorge il fronte del no che urla da più tribune che la nuova Amatriciana farà male e procurerà dissenteria e sfogo di Sant’Antonio. Non solo i polentoni del nord dicono pure che la ricetta scritta sul quesito referendario è ingannevole per le massaie che si ritroverebbero con un sugo amaro. È intervenuto anche l’enologo baffino D’Alema che ha così pontificato: “Diciiiamo che nella vera Amatriciana ci va anche un po’ di vino delle mie cantine. E quella che propone l’executive chef è una vera porcheria”. Insomma gli avversari sostengono che “panza è bella” e che è meglio avere i trigliceridi alti, almeno a 315. Semmai per accontentare tutti occorrerà fare una costituente gastronomica alla quale debbono essere invitati i carnivori, vegetariani, vegani e cannibali per decidere come dovrà essere, fra un miliardo di anni, la vera Amatriciana. L’altro giorno un mio amico folignate di ‘peso’ mi ha detto… ma tu ce vai a votà a lu referendumme? Io gli ho risposto… sci, no!”.

ROBERTO DI MEO

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